Actor in a Leading Role (Miglior attore protagonista)
* Javier Bardem in “Biutiful”
* Jeff Bridges in “True Grit”
* Jesse Eisenberg in “The Social Network”
* Colin Firth in “The King's Speech”
* James Franco in “127 Hours”
Questa categoria sembra assunta. A vincere l'Oscar sarà Colin Firth, attore british, impeccabile nello stile, dopo la nomination dello scorso anno andata a vuoto con "A Single man" a favore di Jeff Bridges per "Crazy Heart". La storia del "Re balbuziente" sembra aver garantito la tipica accoglienza dell'Academy per ruoli del genere, soprattutto se modellati su personaggi reali e magari pure aristocratici.
In realtà, tutti e cinque i candidati, in modo diverso, presentano motivi di interesse. Bardem e Bridges hanno già conquistato di recente la statuetta, l'asciutto Eisenberg e Franco sono i due attori più bravi delle loro generazioni. In fin dei conti, non sarebbe immeritato un premio a nessuno, ma dovendo scegliere un unico nome, il mio voto andrebbe all'alternativo James Franco, il contrario di tutto e tutti, anche di quanto si sia visto con i ribelli delle generazioni anni '60. Aggiungo che l'Oscar a Firth è meritato a prescindere, ma "Il discorso del re" è il film sbagliato per la premiazione.
Tra i non nominati, Ryan Gosling per "Blue Valentine" riceve il mio placet.
Actor in a Supporting Role (Miglior attore non protagonista)
- Christian Bale in “The Fighter”
- John Hawkes in “Winter's Bone”
- Jeremy Renner in “The Town”
- Mark Ruffalo in “The Kids Are All Right”
- Geoffrey Rush in “The King's Speech”
Questa è, invece, una sfida più interessante e dipende molto dall'exploit che farà, in termini di premi, "Il discorso del Re". E' facile che, per arrotondare il numero delle statuette, e aggiungere fuoco alla manifestazione, il favorito Christian Bale per "The fighter" possa essere superato dal già vincente Geoffrey Rush. Ma si tratterebbe di semplice operazione di "acquisto" voti per lanciare il film e ottenere altri grossi introiti al botteghino. Il motivo della forza de "Il discorso del Re" sta nel motivo dell'insuccesso relativo al boxoffice americano di "The social Network". Altrimenti non ci sarebbe stata trippa per gatti. Tolta la condizione di un "premio" per montare l'attenzione sulla summa delle vittorie del film di Hooper, il premio sarebbe già nelle mani di Bale.
Personalmente, ritengo che l'inclusione di Mark Ruffalo per "I ragazzi stanno bene" sia un grave errore. La sua interpretazione e il suo personaggio avrebbero meritato un'accoglienza, come l'intero film, molto più contenuta. Anche la mancanza di Garfield è una stonatura. Se dovessi dare un premio ai candidati, sceglierei, personalmente, John Hawkes, grande indie-man che garantisce un'interpretazione asciutta e sfumata. Ma anche Reener si mostra all'altezza delle aspettative in "The town", che era superiore a molti dei dieci candidati per miglior film.
Tra i non nominati, Andrew Garfield per "The Social Network" è la mia scelta.
Actress in a Leading Role (Miglior attrice protagonista)
- Annette Bening in “The Kids Are All Right”
- Nicole Kidman in “Rabbit Hole”
- Jennifer Lawrence in “Winter's Bone”
- Natalie Portman in “Black Swan”
- Michelle Williams in “Blue Valentine”
Categoria quasi perfetta, nomi eccellenti, difficile fare una scelta. A parte la Bening, brava ma nemmeno da nomination, le altre quattro sono fenomenali, le migliori della stagione. Nicole Kidman è di una glacialità turbata superba, intensa è l'aggettivo per Jennifer Lawrence, la Williams è atipica e sottile, duttile, ma il mio voto va alla Portman, che è un cucciolo ferito di dissonanze.
Tra le non nominate, vi sembrerà strano, ma la mia scelta è Renee Whiterspoon per il "failure" "How do you know?" di James L. Brooks, che è molto più brava di quanto sia stato scritto, e riesce, nei continui primi piano, a diventare l'arma emotiva del film, senza bisogno di parole.
Actress in a Supporting Role (Miglior attrice non protagonista)
- Amy Adams in “The Fighter”
- Helena Bonham Carter in “The King's Speech”
- Melissa Leo in “The Fighter”
- Hailee Steinfeld in “True Grit”
- Jacki Weaver in “Animal Kingdom”
Altro giro, altra festa. La vincitrice annunciata (ma non da tutti) è Melissa Leo per "The Fighter". La sua forza, però, dovrebbe essere limitata dall'avere in squadra nomination anche l'antagonista sullo schermo Amy Adams, con cui dividerà parte dei voti. La Carter tornerebbe in gioco, in relazione alla necessità di premiare con forza il film più "Piacione" dell'anno, "Il discorso del Re", ma io non dimenticherei Hailee Steinfeld, ragazzina del "Grinta", che era una protagonista vera in realtà.
Le performance sono tutte buone, anche se preferisco la freschezza della Steinfeld e la bravura complessa e sfumata della Adams. Anche la Weaver ha un ruolo fantastico in "Animal Kingdom". Le altre due brave, ma inferiori.
Tra le non nominate, scelgo Rebecca Hall per "The town" o "Plaese, give"