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Oscure gioie

Creato il 09 giugno 2014 da Ninapennacchi

Oscure gioie

Ho scaricato quasi per caso l'estratto di "Oscure Gioie", romanzo gotico-vittoriano di Virginia de Winter.

L'estratto mi ha convinto e quindi ho deciso di leggere il libro.

Risultato? Beh, prima di dirvelo, ecco la sinossi:

Nell'alta società di Londra si mormora che sia più bello di Dorian Gray e più cinico di suo zio, Lord Henry Wotton. E, in effetti, Sebastian Fane, conte di Darlington, potrebbe dare lezioni di dissolutezza a chiunque.
Durante la sua vita è sempre stato abituato a prendere ciò che vuole: infrange cuori maschili e femminili senza scrupolo alcuno, consumando le passioni con la medesima noncuranza che riserva alle sue sigarette. Ma il corso del suo destino è destinato a mutare quando, in una sordida taverna di Whitechapel, si troverà a incrociare le armi per difendere un giovane sconosciuto.
Raven Armitage è bello e sfuggente, con un accento francese e una voce melodiosa che rendono impossibile non cedere alle sue incantevoli menzogne. Per la prima volta nell'esistenza di Sebastian, sarà qualcun altro a imporre le regole del gioco, accendendo in lui una passione che minaccia di travolgerlo senza possibilità di scampo.
Nella Londra di fine Ottocento, divisa tra la tradizione della nobiltà e l'avvento del futuro, ha così inizio un'indagine pericolosa, una caccia all'uomo tra il lusso delle sale da ballo e lo squallore delle fumerie d'oppio, una lotta senza quartiere contro un nemico che si nutre della magia più oscura e che schiera ai suoi ordini un esercito di morti per arrivare a insidiare anche la vita di Sua Maestà la Regina...

Il romanzo ha moltissimi pregi. L'ambientazione, prima di tutto. Non leggerete della Londra Vittoriana... ci sarete dentro! Sentirete l'odore del Tamigi, della nebbia e vi ritroverete nei vicoli bui e stretti.

Poi, c'è un mistero da risolvere. Parte suspense gestita piuttosto bene: anzi, nei momenti più puramente "horror", si sente che il forte dell'autrice è proprio questo. Ti incolla alle pagine, letteralmente. Il finale non spiega tutto ma, dopotutto, non ce n'è bisogno.

Infine c'è la storia d'amore, M/M, tra Sebastian Fane e Raven Armittage. Metto per ultimo quello che in realtà è il punto focale del racconto, perché è qui che il mio "senso di romance-addicted" ha un po' sussultato. Tralasciando il fatto che Sebastian è uno snob viziato e che Raven è dolce ma non l'ho afferrato a pieno, il problema per me è stato che, come nei Melody descritti in "Romanzo Rosa" di Stefania Bertola, i due protagonisti potrebbero amarsi da subito e invece rimangono separati. E no, non c'è un motivo. Cioè, inizialmente un vero ostacolo c'è tra i due, un segreto che, rivelato, li allontana inevitabilmente. Ma una volta superato questo, francamente, rimane solo il tira e molla privo, a mio avviso, di forti motivazioni.

Mentre leggevo mi riecheggiavano in testa le parole della Bertola in Romanzo Rosa:

"Nelle precedenti dispense vi ho elencato, in modo generale e onnicomprensivo, la gamma dei motivi che impediscono ai protagonisti di Situazione Uno, Situazione Due e Situazione Tre di mettersi insieme fin da pagina due, come avrebbero voglia di fare. [...] Un utilissimo elemento per procrastinare il lieto fine della storia d'amore è la CIECA OSTINAZIONE. Di solito è appannaggio dei personaggi femminili, ma è disponibile anche per quelli maschili."

E, aggiungerei io, è disponibile per Sebastian, di certo. Perché respingere l'amore che prova per Raven? Beh, non vuole innamorarsi, come da copione. E visto che siamo lettrici di romance ci deve bastare, immagino.


In conclusione, il mio giudizio sul libro è di tre stelline e mezzo. Lo stile dell'autrice mi è piaciuto moltissimo, è curato, visivo e, cosa che personalmente ho adorato, è pervaso da un'ironia "british" che mi ha fatto sorridere più volte. Nonostante né Sebastian né Raven siano entrati nella rosa dei miei personaggi preferiti, rileggerò senz'altro questo romanzo per immergermi nuovamente nella Londra Vittoriana e nelle sue atmosfere cupe e splendide.


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