Karlsruhe Palace, il Parco
Il mondo delle parole, del linguaggio, dei concetti, e il mondo del silenzio sono diametralmente opposti e non hanno nessun punto in comune.
La loro stessa natura impedisce ogni incontro. Il silenzio è una condizione libera da parole; ora, parlare vuol dire imparare di nuovo il linguaggio, dall’ABC. Non è un’esperienza nuova, mi è già accaduta in passato.
Ho parlato ininterrottamente per trent’anni. È stata una tensione terribile perché tutto il mio essere era sospinto verso il silenzio e io invece mi forzavo verso le parole, il linguaggio, i concetti, le filosofie. Non esisteva altra possibilità di trasmettere … e io avevo un messaggio tremendamente importante da comunicare.
L’uomo che mi costrinse a parlare, dopo quei 1315 giorni in cui rimasi in silenzio, era anche lui strano, in quanto a sua volta rimase in silenzio per tutta la vita. Nessuno ne ha mai sentito parlare, nessuno lo conobbe mai. Eppure è l’uomo più prezioso che io abbia mai incontrato in questa o in qualsiasi delle mie vite passate. Si chiamava Magga Baba. Di fatto non è un nome: magga vuol dire caraffa.
Quell’uomo si portava sempre dietro una caraffa di plastica, era il suo unico bene: da quella beveva, lì mangiava il cibo mendicato; la gente ci lasciava cadere di tutto: soldi, cibo, acqua. Ed era permesso, a chiunque lo volesse, prendere liberamente dalla caraffa ciò che desiderava, per cui la gente prendeva soldi o cibo, in particolare i bambini e i mendicanti.
Quell’uomo lasciava fare in entrambi i casi; se ne stava in assoluto silenzio, per cui nessuno sapeva il suo nome, né lo aveva mai detto a nessuno. La gente iniziò a chiamarlo Magga Baba, per via della caraffa.
FONTE: http://www.oshoba.it/oshotimes/index.php?option=com_content&view=article&id=760&Itemid=67