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Ospizio Italia

Creato il 16 aprile 2014 da Albertocapece

Berlusconi-ai-servizi-socialiAnna Lombroso per il Simplicissimus

Lo stato di diritto prevede che il carcere e quindi le misure alternative abbiano un fine riabilitativo. Si sa che l’Italia è patria del diritto, ma non sa esercitare la giustizia, via via la sua identità di stato è stata umiliata, impoverita e oltraggiata, figuriamoci la funzione di custodia delle prerogative irrinunciabili della cittadinanza. E suona come un ameno paradosso la probabilità di una redenzione del condannato Berlusconi tramite una estemporanea attività umanitaria in un ospizio, dove è facile ipotizzare che sotto i poderosi riflettori di tutte le tv, sue e diversamente sue, allieterà gli ospiti con il repertorio di Apicella, o verserà insipide zuppe col grembiulone come in un masterchef benefico. Che tanto ha dimostrato di saper trattare con i vegliardi, compresi quelli augusti, in numerose visite al Colle.

E d’altra parte l’uomo ha sempre fatto in modo che magari altri rivelassero la sua irresistibile indole alla carità, dalla mai dimenticata dentiera per la terremotata, alle elargizioni generose per amici, giovani amiche, famigliole in difficoltà, a cominciare dai Tarantini beneficati da copiose donazioni.

Ma certo che oltre a questo istinto allo spendersi per gli altri, singoli o un intero paese per il quale continua imperterrito a scendere in campo, gli va riconosciuta una corretta lettura del ruolo politico della magistratura, almeno in questo caso, che ha realizzato con questa bonaria misura i desiderata di un ceto politico, interessato a difendere un suo appartenente con un precedente che faccia testo, a non farne una vittima con restrizioni più severe, a legittimarlo grazie a questo spettacolare processo di redenzione in modo da continuare a riferirsi a lui come a un autorevole, rispettabile e irrinunciabile interlocutore e alleato, con il quale è necessario, anzi desiderabile stringere patti, predisporre leggi, avviare riforme.

Perché stupirsi, le toghe non sono rosse come certamente non lo è il Pd, autore diretto ed esplicito della resurrezione di Berlusconi. Ci avevano dato qualche speranza che fosse morto per via giudiziaria visto che nessuno lo voleva uccidere per via politica. Hanno fatto il loro lavoro, ma dobbiamo al Pd che adesso il fuorilegge detti legge a un Parlamento illegittimo, a un leader che ne incarna ideologia e progetti, a un governo che ne ha ricevuto l’eredità e agisce a suo nome e grazie a lui, che vada a Palazzo Chigi a dare paterno sostegno e al Quirinale in visita di cortesia tra pari.

Perché stupirsi se la narrazione pubblica, ad opera di giornali sempre più ridicolmente collusi, protervamente assoggettati, oscuramente ricattati, si arricchisce di un nuovo capitolo, quello umanitario, accreditando dopo la resurrezione la redenzione, l’avvicinamento simbolico del leader remoto, del ricco avido alla povertà, alla caducità dei corpi come in una parabola evangelica, così che ne trarrà giovamento morale, spinta ascetica e salvezza, contribuendo, di è già sentito da dire dalla schiera dei suoi improbabili opinionisti e agiografi, a richiamare l’attenzione della politica e dell’opinione pubblica sulle drammatiche condizioni in cui versano gli anziani nel nostro Paese, governato proprio da lui per una ventina d’anni. Ma si sa che gli si addiceva di più una palpitante sintonia con le giovani, cui ha dedicato con abnegazione e spirito di servizio la sua appassionata dedizione, e con i giovani dai quali succhia vitalità come un vampiro e che ha proclamato suoi eredi.

E fa bene a fidarsi di loro, se la Bicamerale era stato un tentativo – illusorio o perverso – di ridurre la sua volontà golpista nei limiti del bon ton costituzionale, il patto con Renzi, benché Berlusconi non abbia la forza elettorale di allora e viva un evidente declino, tra tradimenti e processi, non fallirà, perché si fonda appunto su una coincidenza di obiettivi e programmi, dalla destituzione della Costituzione, alla conferma di una legge che retrocede le elezioni a formalità, dalla cancellazione del Senato per depauperare la rappresentanza e confinarla a soggetto notarile al servizio del governo, con un premier del quale sono esaltate le funzioni, allo smantellamento del Welfare, della sanità e dell’istruzione pubblica, del lavoro e del territorio.

Le profezie secondo le quali, mediante trattati e patti scellerati, si sarebbe scritta la costituzione di una singola economia globale, a comandare sugli stati non più sovrani, si devono estendere alle politiche nazionali. E il nostro Paese ne è un laboratorio sperimentale: a comandare un unico potere, quella cupola dell’imperialismo finanziario che opera per l’esclusione di lavoratori, comunità, società civile, stati sovrani, servita da un ceto senza scrupoli, senza idee, senza cultura, senza regole e senza limiti, anche perché credono di essere invulnerabili e immortali e nemmeno la visione della effimera fragilità dei vecchi di un ospizio e nemmeno guardarsi allo specchio li convince del contrario.

 


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