In questi giorni stavo leggendo un articolo sulla missione dell’educazione scientifica. A cosa serve insegnare scienze ai bambini? Ovviamente non metto in dubbio il valore dell’argomento ma cerco gli obiettivi da raggiungere perchè solo così capisco quale metodo scegliere. Si insegna scienze ai bambini per fornire delle nozioni? E’ una delle ipotesi, in fondo serve sapere che il leone non ci attaccherà per le vie di Milano perchè vive altrove, ma significa anche considerare i bambini dei vasi da riempire e questo non mi piace molto. La scienza come materia è vasta. Ai bambini della primaria alcuni argomenti non si spiegano nemmeno, perchè servono prima delle basi. Studiano gli animali, le piante, il ciclo dell’acqua, ma come si insegna tutto questo senza essere nozionisti?
Gli esperimenti rendono partecipi della scoperta e questo mi piace perchè implica un ragionamento che parte dall’ipotesi, esplora cause e consequenze, accettando eventuali errori nelle previsioni. L’estate in cui abbiamo ripassato il ciclo dell’acqua abbiamo fatto degli esperimenti divertenti. In quarta il grande ha studiato le classificazioni degli animali, argomento che è diventato un bel lapbook, ma che è si è reso presto indigesto appena in geografia sono stati trattati gli ambienti geografici. Deserto, mare, montagna a me sembravano interessanti ma lui qualche giorno fa, quando parlavamo di cosa riprendere durante l’estate, mi ha detto che erano tanti vocaboli nuovi e poco più. Gli argomenti di fine programma risentono sempre un po’ della voglio di vacanze, ma per fortuna abbiamo l’estate per riprenderli. Ho pensato di ripartire dal nostro ambiente.
In un negozio di giocattoli ho trovato questo osservatorio per insetti. Mi piaceva perchè sembrava meno triste dei soliti bicchieri con la lente e infatti lo abbiamo sempre usato con la calotta aperta. Per ora adagiamo sullo scivolo gli insetti che volano sui nostri fiori. Il tempo di un servizio fotografico e poi li lasciamo tranquilli.
Non avevo pensato subito all’interesse che poteva suscitare la lettura del libro su Lorenz Konrad proprio adesso. A scuola si studiano animali e ambienti partendo dal leone, le giraffa, la balena, ecc ma non si è riusciti ad arrivare agli animali vicini a noi. Banalmente i bambini sanno tutto del maiale, ma niente del gatto. Tra gli ambienti che hanno studiato non esiste la città, eppure, senza essere una giungla, di animali ce ne sono anche qui.
Un paio d’anni fa abbiamo visitato i laboratori interni del Museo di Scienze di Bergamo. E’ stato molto interessante sia come ambiente (alambicchi, microscopi, provette) sia come spiegazione. Il museo è vivo e attivo: lavora ogni giorno studiano le specie animali che ci circondano e gli insetti sono i più numerosi. Quindi possiamo studiare gli animali partendo da vicino. Avevamo già esplorato gli uccelli durante le migrazioni e adesso guarderemo più in piccolo.
Il libro su Konrad “LOrenz e il segreto di re Salomone” è davvero appassionante. Io ho letto “L’anello di Re Salomone” anni fa e ho la mia copia in casa pronta per i miei figli. La vita del Premio Nobel viene raccontata con uno stile molto semplice ma preciso, quindi diventa occasione per imparare termini nuovi. La ricerca di Konrad sulle anatre è contagiosa. La descrizione della sua casa è il sogno di ogni bambino (tranne la parte su come difendevano i figli dal coccodrillo). Si parla anche di nazismo, della guerra e questo ci fa capire che fortuna abbiamo avuto se alla fine il suo libro non è andato perso. Lo aveva scritto in guerra con un inchiostro fatto da lui sui sacchi di cemento vuoti. Leggere la vita di Konrad è un’avventura, lettura davvero piacevole e soprendentemente contagiosa.
Lorenz e il segreto di re Salomone di Luca Novelli – Editoriale Scienza