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Ossi e Bossi

Creato il 05 aprile 2012 da Albertocapece

Ossi e BossiA sentire delle dimissioni di Bossi, causate dalle ruberie, nemmeno tanto sue quanto della moglie, dei figli, del circolo magico e quello degli onorevoli affamati, viene tristezza. Non tanto perché si potesse considerare la Lega qualcosa di diverso: i pasticci, anche grossi, s’intuivano benissimo, correvano sottopelle a tutti i livelli, appena coperti dal velo dell’omertà padana e facevano parte di un sistema di cui il partito è stato uno dei cardini.

La cosa triste in realtà riguarda noi. Perché nella Lega  erano confluiti suo tempo le rabbie e i disagi suscitati dal degrado della prima repubblica. Certo l’area più irriflessiva, più istintiva, più rozza. Certo l’area meno evoluta e più venata di meschinità  di quella breve ribellione che culminò con mani pulite. Ma insomma l’espressione sotto forma di sogno angoscioso e misero di un  cambiamento. Tutte cose che due decenni dopo, divenuti un puro e intollerabile strumento di propaganda,  escono di scena fra grotteschi piani di dinastia familiare, case, tenute, auto, spese folli.

Anche questa vicenda è come un capitolo dell’autobiografia di un Paese che sembra non abbia la tempra di opporsi, che grida, ma poi si arrende al potere, che ne è allettato e non sa tenere il punto. Che odia i privilegi altrui, ma considera naturali i propri. Che da decenni non esprime  una capacità di lotta che vada oltre le ore di una manifestazione, i personalismi e le vie personali per arrangiarsi. Che da tempo immemorabile non esprime una voglia di conoscenza, una capacità di elaborazione, un po’ di intransigenza. Che fa la posta ad ogni più improbabile uomo della provvidenza. come del resto appariva anche Bossi al popolo leghista con le sue ampolle e le sue trovate da trivio.

Quella vecchia rabbia e quei disagi che provarono ad assemblarsi dentro personaggi  solo apparentemente nuovi, sono finiti dentro un meccanismo vergognoso. E così vent’anni più tardi ci si trova ancora alle prese  con le malefatte e la mediocrità di un’oligarchia inamovibile e infingarda che oggi  fa della modernità e del cambiamento solo un miserabile feticcio per i propri interessi. Siamo avvisati: la nuova collera contro gli antichi vizi servirà a ben poco se non sarà portata avanti con continuità, rigore e sacrificio, se si farà infinocchiare dal primo che vende illusioni e fesserie, dai Bossi e Berlusconi di turno, dai gattopardi ridisegnati per l’occasione.

 


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