Magazine Cinema
Visto in Dvx, in lingua originale sottotitolato in inglese.
Un presentatore televisivo, famoso per non fare sconti a nessun leader (politico o militare che sia), viene assunto dalla CIA per incastrare tre suoi amici che sarebbero traditori della patria e collaboratori del KGB. Dovrà fare il lavoro sporco in un weekend in cui si troveranno tutti a casa del presentatore, adeguatamente approntata con videocamere e microfoni dalla CIA.
Uno dei più isterici atti d'accusa contro la CIA, uno dei più disarticolati film di complotti a scatole cinesi. La strama non è chiara fin dall'inizio e, mano a mano che la storia prosegue, si fa sempre più disgiunta dal buonsenso.
Peckinpah si organizza con la sua regia standard (dove i rallenty sono particolarmente azzeccati; s veda il breve inseguimento in auto di una semplicità incredibile, ma tutto giocato sul montaggio e sul rallentamento delle scene) che sfocia spesso nel televisivo con un anticipo notevole sull'attuale Grande fratello.
Hauer è perfetto nella aprte dello stronzetto strafottento col ciuffo biondo e la rispsota pronta, Hopper è bellissimo per la aprte dell'introverso puttaniere (non è una sforzo recitativo enorme, ma ha la faccia e l'atteggiamento giusto), Hurt ottimo nell'agente della CIA fredo e vendicativo. C'è pure la partecipazione di un Lancaster ben utilizzato.
Ma se tutto è così perfetto perché il film è universalmente ricordato come una vaccata?
Sicuramente la trama caotica non aiuta, ma peggiora ulteriormente quando non sa più che genere dovrebbe scegliere; inizia come un thriller spy vs spy sull'idea de "La talpa", prosegue come un thriller psicologico di un gruppo di persone chiuse nella stessa casa per un weekend, continua come un "Cane di paglia" in versione famigliare e conclude il tutto con un triplo gioco che porta al più implausibile degli happy ending.
Personalmente questa schizofrenia del linguaggio gliela perdono pure (le varie parti prese singolarmente sono abbastanza efficaci, tranne quella del massacro che poteva dare di più), e se si considera l'isteria generale della storia sembra davvero un film scritto da uno psicotico; inoltre il ritmo non sembra esserne toccato. Il vero problema (per me) è il finale, assurdamente positivo, attaccato malamente con il bostik che ammazza la follia del film che lo precede, ne smorza la forza e accoppa il ritmo.
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