Il nome di questo dolce ha un suono curioso anche per i greci. Si pronuncia otìa. Che deriva direttamente dal greco antico "ota", orecchie. Probabilmente solo nei trattati medici si usa ormai questo termine, che noi conosciamo dall' otorinolaringoiatra alias otorino!!!!!
Ma qualcuno lo usava e lo usa ancora a livello di lingua quotidiana. Se non altro, almeno per definire il dolce, che per forma richiama appunto le orecchie!
Il dolce dunque arriva dai greci del Ponto, che abitarono le coste del mar nero dalla fondazione di colonie nell'antichità sino alla prima guerra mondiale.
Sudditi nel medioevo dell’impero bizantino, con la caduta di Costantinopoli hanno subito l’occupazione ottomana.
Minoranza numerosa, attiva, colta e benestante in Turchia, si calcola che all’inizio del ventesimo secolo gli abitanti greci del Ponto ammontavano a 700.000, con le loro tradizioni, canti, danze, cucina, idioma linguistico.
Con il trattato di Losanna del 1923 che decretò lo scambio di popolazioni tra Grecia e Turchia, sono tornati da dove partirono millenni fa. In Grecia. La maggior parte.
La diaspora ha dato vita a comunità di pontici anche in Russia, Uzbekistan, Ukraina, Stati Uniti, Canada.
La ricetta che segue è un dolce tipico dei matrimoni, e per estensione di tutte le feste comandate.
Ingredienti:- 1 uovo
- 1 vasetto di yogurt
- ½ tazza da the di zucchero semolato
- ½ cucchiaino di lievito in polvere
- 3 tazze da the di farina per tutti gli usi
- zucchero a velo, oppure miele con noci pestate nel mortaio
- olio di arachidi per friggere
Procedimento:
In un recipiente lavoriamo l’uovo con lo zucchero finchè non diventi spumoso. Aggiungiamo lo yogurt e integriamo mescolando. Procediamo con il lievito e la farina che aggiungiamo man mano che lavoriamo l’impasto. Impastiamo fino ad avere un impasto morbido e liscio.
Lasciamo riposare per mezz’ora coperto con un tovagliolo.
Stendiamo con il mattarello a uno spessore di 0,5 cm e tagliamo a rombi.Con un coltello a punta partendo dalla metà di ogni rombo facciamo un taglio, senza arrivare fino in fondo. Cioè senza formare due lembi.
Prendiamo la punta alta del rombo (dalla parte non tagliata) e la infiliamo nel buco che abbiamo formato, tirandolo fino a farlo fuoriuscire dall’altro lato.
Friggiamo a bagno d’olio bollente.
Serviamo con lo zucchero a velo oppure con miele e noci.
Suggerimento: io ho fritto in un pentolino piccolo, un pezzo alla volta. Siccome basta friggerli per qualche secondo, meglio non dover star dietro a tanti pezzi rischiando che anneriscano!
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