Otolith Group è un duetto di artisti che risiedono a Londra e che a partire dal 2000 sta lavorando alla sovrapposizione di immaginazione e mondo tangibile, tra finzionalizzazione della realtà e realizzazione della finzione. I due artisti, Anjalika Sagar e Kodwo Eshun, scelsero questo importante punto concettuale perché, a quanto sostengono, nel mondo d’oggi manca l’immaginazione, la capacità di raccontare storie, e che questa carenza è una delle ragioni principali che impediscono di elaborare possibilità alternative all’ordine costituito e che viene percepito sempre più ingiusto, squilibrato.
E proprio l’equilibrio è uno degli aspetti che stanno alla base del progetto: Otolith Group prende il nome dagli “otoliti”, cristalli riscontrabili nel sistema vestibolare di molti organismi e che permettono a questi di rendersi conto delle accelerazioni, del peso e della direzione della gravità. Gli otoliti sono estremamente importanti per l’orientamento dell’essere umano in uno spazio di gravità come quello della Terra.
Uno degli studi più interessanti realizzati da questo collettivo è quello sulla “microgravità”. Anjalika e Kodwo immaginarono le conseguenze su un’intera generazione di esseri umani nata in una condizione di microgravità (la cosa più vicina a una condizione di assenza di gravità, che non esiste nello spazio universale). Si tratta evidentemente di pretesti per una riflessione metaforica sul mondo attuale e i loro interrogativi dimostrano quasi sempre una grande attenzione rivolta alla situazione politica internazionale (alla quale entrambi sono molto sensibili).
In questa mostra retrospettiva, presentata già al museo Macba di Barcellona, si potrà ammirare la maggior parte della produzione artistica dell’Otolith Group, costituita principalmente da supporti video. Si trovano inoltre disegni, fumetti e un progetto di curatela che tenta di ricostruire la “Grecia immaginaria”, sostenendo che la cultura fondazionale dell’Occidente è, in gran parte, un’invenzione.
Uno dei video più interessanti nell’ambito del lavoro su finzione e realtà è “Hydra Decapita”. Qui il duetto postula la possibilità di una nuova razza umana nata sotto l’oceano degli schiavi morti nelle loro acque durante le traversate. Tutto il video gioca sull’ambiguità visuale tra il gioco di luce creato dall’acqua se le si tolgono le tinte intermedie (lasciando solo un movimento di bianchi e neri) e un possibile alfabeto mediante il quale si comunicherebbero gli abitanti dell’oceano.
Per ulteriori informazioni si consiglia di visitare la pagina ufficiale: http://www.otolithgroup.org/
Il sottotitolo della mostra, “La forma del pensiero”, fa riferimento a un libro pubblicato nel 1901 da Charles W. Leadbeater e dalla femminista, socialista y e attivista Annie Wood Besant. In questo testo gli autori riflettono sulla natura e sul potere del pensiero.
La mostra aprirà le sue porte il 7 ottobre e si potrà visitare fino al 5 febbraio nel museo MAXXI di Roma (situato in Via Guido Reni, 4 A).
menschauserSe non conoscete questo originale (e un po’ delirante) progetto vi consigliamo di prendere in affitto uno degli appartamenti a Roma e approfittare di conoscere il fervente panorama artistico e culturale della capitale italiana.
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