Magazine Cultura

"Ottantamila Anni per un’Orbita!"

Da Risveglioedizioni
Ottantamila Anni per un’OrbitaRecord di distanza per un esopianeta dalla sua stella madre: GU Psc b, scoperto da un team guidato da una dottoranda dell'Università di Montreal, è a 2.000 unità astronomiche dall'astro attorno a cui orbita... Di Marco Galliani
E’ lontano dalla sua stella madre qualcosa come duemila unità astronomiche, ovvero duemila volte la distanza tra la Terra e il Sole. GU Psc b è il nuovo pianeta extrasolare scoperto per osservazione diretta da un gruppo internazionale di ricercatori guidati da Marie-Eve Naud, dottoranda presso il Dipartimento di Fisica dell’Università di Montreal, grazie ai telescopi degli osservatori Gemini, Mont-Mégantic (OMM), al telescopio CFHT (Canada – France Hawaii Telescope) e al Keck. Vista la distanza record dalla stella attorno alla quale orbita, GU Psc b impiega ben 80.000 anni per compiere un giro completo attorno ad essa. Una proprietà determinante per consentire agli astronomi di individuarlo direttamente con riprese al telescopio, dal confronto delle immagini ottentute dall’OMM e dal CFHT in diverse bande di radiazione, in particolare in quelle infrarosse, dove il pianeta è particolarmente luminoso.Ottantamila Anni per un’OrbitaI ricercatori hanno indagato l’ambiente circostante GU Psc perché quella stella è stata identificata come uno dei componenti del gruppo stellare denominato AB Doradus. La sua peculiarità è quella di essere composto da stelle di recente formazione, tutte con meno di cento milioni di anni d’età. Il che rende AB Doradus e gli altri gruppi di stelle giovani uno degli obiettivi prediletti dai cacciatori di esopianeti con il metodo dell’osservazione diretta, poiché i pianeti attorno ad esse sono altrettanto giovani e perciò molto caldi e più brillanti, specie nell’infrarosso. Ciò non implica però che pianeti con caratteristiche simili a GU Psc b esistano in gran quantità: infatti, tra oltre novanta stelle osservate dal team, l’unico individuato è stato proprio GU Psc b. Nella loro indagine, pubblicata in un articolo sulla rivista The Astrophysica Journal, gli astrofisici sono riusciti a determinare altre caratteristiche dell’esopianeta: l’analisi dello spettro della sua radiazione, ottenuto dall’Osservatorio Gemini North e confrontato con modelli teorici di evoluzione planetaria indica che la temperatura superficiale di GU Psc b è di circa 800 °C, mentre dall’età di GU Psc e dalla sua posizione nel gruppo AB Doradus è stato calcolato che la massa del pianeta è compresa tra 9 e 13 masse gioviane. L’obiettivo degli astrofisici per gli anni a venire è quello di individuare pianeti simili a quello appena scoperto, ma più vicini alle loro stelle madri, sfruttando le potenzialità di nuovi strumenti come il Gemini Planet Imager (GPI) che è stato recentemente installato al telescopio Gemini South in Cile.Fonte: www.media.inaf.it

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog