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Ottavio e Denise

Creato il 26 dicembre 2014 da Scribacchina

Ottavio non l’ho più visto da quel giorno, tanto tempo fa.
Ottavio: si chiamava proprio come il personaggio del mio libro preferito.
Nel romanzo, Ottavio era il proprietario di un grande magazzino; si innamorava di una delle sue commesse. Ed era tanto innamorato di quella fanciulla da essere pronto a tutto pur di averla.
Forse non ci crederete, ma mi chiamo come quella commessa: Denise.

Dicevo: Ottavio non l’ho più visto né sentito dal giorno in cui mi ha detto che era finita.
E’ stata una cosa veloce.
Mi ha detto:
«Sai, ora c’è un’altra. E’ meglio se non ci vediamo più».
Così me ne sono andata.
Camminavo senza fiato.
Il cuore a pezzi e, in testa, la sua voce che mi chiedeva se per caso non mi fossi innamorata di lui.
E quella frase che sapeva di presa in giro:
«Possiamo restare amici, se ti va».
Non credo si sia nemmeno accorto del mio dolore.

Quella notte mi ero sognata di Ottavio.
Sognavo uno dei suoi lunghi baci, lenti, appassionati.
Sognavo i suoi abbracci.
Ricordo di essermi svegliata di soprassalto.
E mentre realizzavo che era stato tutto un sogno, il mondo mi crollava addosso, un’altra volta.
Senza fiato.
Il cuore ancora e sempre a pezzi.

Stanotte è tornato nei miei sogni.
Chissà perché proprio stanotte.
Ed era tutto così strano, così reale.
La sua mano sinistra che mi cingeva delicatamente il fianco.
La mano destra che abbracciava la mia, mentre cercavo di prendere un oggetto – forse una tazza, non ricordo.
Il suo respiro sul collo.
Vicino, eppure distante.

Ricordo che una volta mi aveva chiesto qual era la mia più grande paura.
Avevo glissato, forse avevo dato una risposta stupida.
Non avevo avuto il coraggio di dirgli che la mia più grande paura è quella di essere rifiutata.


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