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Ottenere un contratto con un editore grazie al self-publishing, si può?

Creato il 04 giugno 2015 da Scrid
Posted on 4 giugno 2015 by in case editrici, editoria digitale | Leave a comment

Prima dell’avvento del digitale l’antifona era piuttosto chiara: abbandonate ogni speranza di ottenere un contratto con un editore se entrate nel mondo dell’auto-pubblicazione. Poi, i successi di Amanda Hocking o E.L. James, hanno dimostrato che questa contrapposizione non esiste più, anzi editoria tradizionale e self-publishing non si escludono a vicenda ed è possibile passare da una modalità di pubblicazione all’altra.

Per questo gli aspiranti scrittori, oggi, non si chiedono se il loro romanzo verrà mai pubblicato, ma come decidere se inviarlo prima ad una casa editrice o auto-pubblicarlo. E in questo caso, quante probabilità avrà di essere preso in considerazione da un editore tradizionale?
Partendo dal presupposto che la spinta maggiore verso il self-publishing dovrebbe essere la voglia di confrontarsi direttamente con il pubblico, rispondo che non si dovrebbe puntare su un unico romanzo, ma conservare nel cassetto quello che si intende inviare ad un editore (oculatamente scelto per tipo di catalogo e linea editoriale) fin quando non si riuscirà 1) a scrivere bene, 2) a conquistare l’attenzione dei lettori.

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Come sostiene lo scrittore Hugh Howey, il contatto (o contratto) con un editore, per uno scrittore autopubblicato, diventa solo la consacrazione del proprio successo. Ma per arrivare a questi livelli, il self-publishing non può essere affrontato come un ripiego per aspiranti delusi, bensì come la messa in atto di una piano ben studiato, spesso sul lungo – lunghissimo – termine, per avviare la propria carriera.

Se decidete di pubblicare, la vera domanda è: quanto tempo avete a vostra disposizione?

Non che i tempi di risposta di un editore tradizionale siano più rapidi, ma il self-publishing vi dà l’occasione di pubblicare immediatamente un primo romanzo e mettervi subito al lavoro sul secondo e poi ancora sul successivo, meglio se dello stesso genere o come parte di una serie. Rilasciare romanzi in serie significa, infatti, non starsene con le mani in mano nell’attesa di un responso, ma costruire, volume dopo volume, la propria base di lettori. Passare da un genere all’altro, o da un editore all’altro, è come ricominciare da capo ad individuare un nuovo target ad ogni nuovo libro.

Certo, auto-pubblicare non vi farà magicamente ottenere l’attenzione di un agente o di un editore, ma vale la pena di testare il mercato, per non farvi trovare del tutto impreparati. Cercate di sapere in anticipo quanto è vendibile il vostro lavoro studiando le classifiche di vendita delle librerie:

– la categoria in cui rientra il vostro romanzo è molto competitiva o è un genere di nicchia?
– Il suo trend è in crescita?
– Vende meglio in formato digitale o cartaceo?
– Chi sono gli scrittori che hanno avuto maggior successo in questo ambito e come si sono mossi?

Se riuscirete a rispondere anche solo a qualcuna di queste domande, sarete già sulla buona strada per la pubblicazione. Non vi resta che compiere i passi successivi.


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