Per l'editoriale di questo lunedì mi permetto di riprende un'annotazione fatta da Matteo su Facebook, pochi giorni fa:
“Mi chiedevo... leggo spesso le critiche a case editrici che fanno un pessimo lavoro sui libri e poi vedo gli scrittori, in questa nuova era degli eBook, liberi da tutto e tutti, rifiutarsi di pagare (investire?) per quegli stessi lavori, evitandoli del tutto (editing?) o cercando di farseli in casa o affidarli a amici/parenti che li fanno gratis (grafica? impaginazione?). Non è un tantino ipocrita?”
Ora, su questa annotazione si potrebbero scrivere centinaia di commenti, ma il primo che mi viene in mente è: Matteo ha ragione.
Ma proviamo ad articolare un po' meglio il discorso.
Creare un ebook non è di per sé complicato. Basta un computer, un software di scrittura (suggerisco OpenOffice), un'infarinatura di grafica per mettere insieme una copertina. Ci si può poi informare per convertire il file ottenuto in PDF o ePub, e via: liscio e semplice. Questo per ciò che concerne la parte tecnica.
Sui contenuti direi che tutto dipende dalla bravura e dall'esperienza dello scrittore, c'è poco da fare. Certo un buon editing può fare solo bene, ma è anche vero che è difficile affidare il proprio testo a qualcuno veramente in grado di migliorarlo. Diffido per natura sia da chi è troppo tenero in fase di revisione, sia di chi è troppo severo, come se dovesse dimostrare di essere intrinsecamente migliore dello scrittore (discorso che sfiora – e non solo – l'argomento “autopsie narrative”).
Va da sé che comunque stanno spuntando molti abili freelance in grado di occuparsi sia della parte tecnica che di quella contenutistica, regalando valore aggiunto alle autoproduzioni di eBook e, al limite, anche dei print on demand, anche se quest'ultimo mi sembra un mercato morente.
Lo stesso Matteo, per esempio, offre con eBookAndBook una serie di servizi di grafica/impaginazione eccellenti. Infatti quasi ogni settimana spunta online un nuovo ebook curato dal nostro Sciamano di fiducia.
Idem per le copertine di Luca Morandi, che sforna dei capolavori a titolo gratuito, imbarazzando non poco tutti noi che non sappiamo mai come contraccambiare.
Ma se Matteo e Luca imponessero un loro sacrosanto tariffario, quanti scribacchini cercherebbero ancora il loro aiuto?
Forse non tanti come si pensa. Magari tutti tornerebbero al fai da te amatoriale, con risultati assai meno apprezzabili e perdendo quel sapore di professionalità che invece oramai ammanta alcune autoproduzioni italiane (anche le mie, mi permetto di dire, alla faccia di qualche detrattore che probabilmente ha studiato alla scuola dei gamberi marci).
Poi c'è chi, come Glauco, è davvero bravo a fare tutto da solo: storie, copertine, sito. Lo invidio e lo stimo molto per questa marcata poliedricità.
Il discorso si riallaccia infine con la solita storia degli ebook a pagamento.
Tutti gli scribacchini sono bravi finché mettono a disposizione i loro racconti in download gratuito. Ma se si chiedono due o tre euro per comprarsi un romanzo legalmente? L'impressione è che il 70-80% degli estimatori si defilano nel giro di poco tempo.
Comunque sia, vale la pena provarci.
Ma di questo ne riparliamo fra un paio di settimane, quando vi scriverò le prime impressioni ricavate dalla vendita di Scene selezionate della Pandemia Gialla.