Magazine Diario personale

Otto e venti, prima campana

Da Iomemestessa

Davanti alla scuola, tanta gente, otto e venti, prima campana

E la sigaretta, beh, quella l’hanno spenta i genitori, almeno per adesso. Prima di entrare in palestra. Più agitati di voi. Troppo presi voi a guardarvi intorno, entusiasti. Troppo presi noi a guardarci dentro, coscienti del fatto che il futuro, il vostro, è cominciato.

E migliaia, di gambe e di occhiali di corsa sulle scale

Beh, di corsa. Per quello che consentono quelle gambette corte, sperdute nei grembiulini neri e blu. Sommersi da quegli zaini, più grandi di voi. Coi supereroi e le principesse. In attesa di sedervi nel vostro primo banco. E mamma non può fare a meno di notare che hai scelto stessa fila, lato e posizione del suo banco del liceo. Troppo tempo fa, a pensarci adesso.

Le otto e mezza tutti in piedi il presidente, la croce e il professore

E davvero, quella è l’unica cosa che non cambia mai, salvo il fatto che voi eravate seduti. Le maestre. La croce sopra la cattedra. La foto del Presidente. Il senso dell’eterno. Voi non lo sapete. Ma mamma e papà se ne rassicurano a sapere che certe cose non cambiano mai.

Che ti legge sempre la stessa storia sullo stesso libro, nello stesso modo, con le stesse parole da quarant’anni di onesta professione

Come ha sintetizzato tuo padre: ‘Inizia oggi e ne avrà per vent’anni’. Detta così, pare il risultato di un processo per direttissima. Ti possiamo solo augurare che sia un percorso e non una condanna. E di incontrare belle persone sulla tua strada (micabuone, eh, belle, che la bontà, quella, è sopravvalutata, e pure abbastanza inutile, se non si ha altro da aggiungere),

Ti auguro di incontrare sul tuo cammino le ‘povne, le rocere‘, le ellegio, le noisette e tante altre che bazzicano qui. Ma so che non sarà necessariamente così. Troverai quelli che ripetono davvero le stesse cose da quarant’anni, senza metterci un minimo di poesia. Quelli che tireranno a campare. Quelli che rovesceranno su di voi i loro casi personali e le loro frustrazioni. Puoi viverli come una jattura o come un’opportunità. Perchè anche capire cosa NON si vuole diventare è gran risorsa nella vita.

E il tuo impegno che cresceva sempre più forte in te…

Ecco, in fondo il fulcro di tutto è qui. Nell’impegno. Impegnati sempre. Non per eccellere. Non per soddisfare sogni ed ambizioni di mamma e papà. La nostra vita noi l’abbiamo fatta. Se non è stata esattamente come l’avevamo sognata è un problema nostro, al limite. Certo, non tuo. Però impegnati. Questo sì. Al massimo del tuo potenziale. Quale che esso sia. Perchè sprecare ciò che abbiamo, sia esso tanto o poco, è forse uno dei pochi, veri, delitti.

Impegnati. E sii curiosa. E resta fedele a te stessa.

Non ti diciamo sii felice. Te lo auguriamo perchè ti amiamo, ma abbiamo imparato da tempo che la felicità è un istante breve, non uno stato permanente. Sii serena. Sii compiuta. Vivi la vita, ama allo spasimo, senza timore di soffrire. La sofferenza è il prezzo che paghiamo all’essere vivi.

Buon viaggio, tesoro.


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