La redazione di East Journal, nella sua componente maschile, augura un buon otto marzo alle donne che ci leggono. In particolare si ringrazia la componente femminile della redazione, le collaboratrici, le amiche, per il fondamentale supporto intellettuale e lo sprone costante a leggere la realtà con occhi diversi. Una per una: grazie a Silvia e Silvia, a Claudia, a Valentina, a Clara, a Daniela, a Gabriella. Sperando di non offendervi, ché oggi la sensibilità femminile è assai variegata, vi offriamo idealmente questa mimosa.
La giornata internazionale della donna è stata istutita per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui esse sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo. A questo proposito elenchiamo qui di seguito gli articoli (troppo pochi) in cui ci siamo occupati di diritti delle donne. Diritti e libertà negate in casa (Donne due volte vittime, la violenza tra le mura di casa) come sul luogo di lavoro, specie se si tratta di donne immigrate, due volte vittime: Il frutto proibito, sfruttamento lavorativo e sessuale delle donne dell’est in Italia. Vittime anche di una Storia troppo maschile (Lo stupro etnico e l’annientamento di genere) specie in una terra martoriata come la Bosnia Erzegovina (Non è un Paese per donne) dove però le donne, al di là da ogni facile vittimismo, diventano motore del rinnovamento (Donne indomite, il futuro di una società). Il conflitto, l’estremismo ideologico o religioso, porta anche le donne ad essere strumento di violenza e di morte, come nel caso delle terroriste cecene (La stagione delle donne kamikadze).
C’è poi anche un otto marzo diverso, che è sinonimo di libertà, e che pochi conoscono. Non ha a che fare direttamente con le donne, ma è espressione della comune, umana, ansia di libertà e riscatto di cui la giornata internazionale della donna è un esempio (Polonia: Era l’8 marzo 1968).