“I vecchi dirigenti ci avevano provato fino all’ultimo momento a complicare l’iter burocratico/elettivo per l’elezione del nuovo Presidente dell’Unione Ciclistica Internazionale. Sei ore di seduta e la vittoria con 24 voti a favore su 42 per Cookson. Adesso si apre un periodo che porterà aria nuova e non più una semplice rinfrescata alle pareti. Patrick McQuaid leva le tende dalla poltrona più importante, dopo essere stato ‘delfino’ di Verbruggen per un decennio. Praticamente, tra il primo ed il secondo, un’era dirigenziale che abbraccia il periodo che, partito dalla prima metà degli anni ’90, era durato fino a pochi giorno addietro. Inutile elencare tutte le cose fatte, rifatte, cambiate, ricambiate, decise, ritirate dall’UCI negli ultimi 20 anni. Limitiamoci al discorso riguardante i Mondiali Juniores. Alcuni anni fa l’UCI decide che i Mondiali Juniores meritano la stessa considerazione della categorie maggiori. Pensiero giusto e nobile. Quindi si decreta che la Nazione eventualmente ospitante la rassegna iridata, s’impegni ad allungare i giorni di gara facendoli diventare una settimana piena, con l’inserimento delle gare Juniores. Poi ecco il risultato: le gare Juniores non vengono trasmesse in tivù. Quando pochi anni addietro le gare iridate vennero fatte in Danimarca ci volle la (vivace) insistenza dei capi della televisione danese per irradiare il segnale (i Mondiali ‘televisivi’ sono prodotti dall’UCI stessa, un po’ come la Formula 1). Una diretta che la sera prima non era prevista, la mattina dopo venne mandata in onda. Prima mi imponi di spendere soldi per inglobare gli Juniores, e quando posso irradiare in tutta Europa le immagini (il ciclismo è sport imbattibile per la promozione turistica), mi dici che le gare Junior non sono previste nelle dirette? A parte il fatto che se lo fecero i danesi, vai a capire perché la RAI non ha fatto lo stesso quest’anno, il neo Presidente Cookson dovrà ripartire con dei contratti che dovrà onorare fino in fondo, anche se non entusiasmanti per la sua idea di ciclismo. Ma tant’è, queste ‘eredità’ sono spesso presenti in successioni di questo genere. Piuttosto dell’Italia che cosa resterà? Il nostro Di Rocco, ex Vice-Presidente UCI sempre vicino a Mc Quaid, che considerazione avrà? Cookson vede l’Italia – nel senso di Federazione Ciclistica – come una Nazione che, mettendo sul tavolo un passato certamente glorioso, non vuole però saperne di cambiare. Nella nostra tradizione noi italiani sappiamo sempre come trovare un modo per salire sul carro del vincitore. Ma vedendo come stiamo messi in Italia dal punto di vista dell’organizzazione ciclismo, la voglia di lasciare la nostra Nazione fuori dalle poltrone che contano è forte. Quel ch’è peggio è che forse sarebbe anche meritato.”
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“I vecchi dirigenti ci avevano provato fino all’ultimo momento a complicare l’iter burocratico/elettivo per l’elezione del nuovo Presidente dell’Unione Ciclistica Internazionale. Sei ore di seduta e la vittoria con 24 voti a favore su 42 per Cookson. Adesso si apre un periodo che porterà aria nuova e non più una semplice rinfrescata alle pareti. Patrick McQuaid leva le tende dalla poltrona più importante, dopo essere stato ‘delfino’ di Verbruggen per un decennio. Praticamente, tra il primo ed il secondo, un’era dirigenziale che abbraccia il periodo che, partito dalla prima metà degli anni ’90, era durato fino a pochi giorno addietro. Inutile elencare tutte le cose fatte, rifatte, cambiate, ricambiate, decise, ritirate dall’UCI negli ultimi 20 anni. Limitiamoci al discorso riguardante i Mondiali Juniores. Alcuni anni fa l’UCI decide che i Mondiali Juniores meritano la stessa considerazione della categorie maggiori. Pensiero giusto e nobile. Quindi si decreta che la Nazione eventualmente ospitante la rassegna iridata, s’impegni ad allungare i giorni di gara facendoli diventare una settimana piena, con l’inserimento delle gare Juniores. Poi ecco il risultato: le gare Juniores non vengono trasmesse in tivù. Quando pochi anni addietro le gare iridate vennero fatte in Danimarca ci volle la (vivace) insistenza dei capi della televisione danese per irradiare il segnale (i Mondiali ‘televisivi’ sono prodotti dall’UCI stessa, un po’ come la Formula 1). Una diretta che la sera prima non era prevista, la mattina dopo venne mandata in onda. Prima mi imponi di spendere soldi per inglobare gli Juniores, e quando posso irradiare in tutta Europa le immagini (il ciclismo è sport imbattibile per la promozione turistica), mi dici che le gare Junior non sono previste nelle dirette? A parte il fatto che se lo fecero i danesi, vai a capire perché la RAI non ha fatto lo stesso quest’anno, il neo Presidente Cookson dovrà ripartire con dei contratti che dovrà onorare fino in fondo, anche se non entusiasmanti per la sua idea di ciclismo. Ma tant’è, queste ‘eredità’ sono spesso presenti in successioni di questo genere. Piuttosto dell’Italia che cosa resterà? Il nostro Di Rocco, ex Vice-Presidente UCI sempre vicino a Mc Quaid, che considerazione avrà? Cookson vede l’Italia – nel senso di Federazione Ciclistica – come una Nazione che, mettendo sul tavolo un passato certamente glorioso, non vuole però saperne di cambiare. Nella nostra tradizione noi italiani sappiamo sempre come trovare un modo per salire sul carro del vincitore. Ma vedendo come stiamo messi in Italia dal punto di vista dell’organizzazione ciclismo, la voglia di lasciare la nostra Nazione fuori dalle poltrone che contano è forte. Quel ch’è peggio è che forse sarebbe anche meritato.”
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