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Otzi, l’uomo di Similaun: nuovi indizi sulla sua morte

Creato il 19 giugno 2013 da Sabrinamasiero

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Otzi, particolare del volto. © Museo Archeologico dell’Alto Adige.

”L’Uomo venuto dal ghiaccio” esposto al Museo Archeologico dell’Alto Adige di Bolzano è una delle mummie più famose e importanti del mondo. Si tratta sicuramente della mummia più studiata tenendo conto anche di quelle egiziane.

Dopo aver decifrato il suo DNA, ricostruito i suoi ultimi pasti prima della morte e le informazioni sul suo sangue relative all’analisi dell’aorta di Otzi compiuta da un gruppo di ricercatori italo-tedeschi di Eurac di Bolzano e della Technische Universität di Darmstadt in Germania, ora si hanno ulteriori informazioni sulla sua morte.

Risalente all’età del Rame, Otzi ha un’età più antica delle più vecchie mummie egiziane, datata oltre 5000 anni fa. E’ stato oggetti di svariati studi, tutto il piano terra del Museo Archeologico di Bolzano è dedicato a lui.

Otzi fu ritrovato per caso, il 19 settembre 1991 verso le ore 13.30 da due turisti di Norimberga (Germania) di nome Erika ed Helmut Simon dopo che persero il sentiero originario sulle Alpi Venoste, a Punta di Finale, nei pressi del Giogo di Tisa.

Dal ghiaccio, in particolare dall’acqua sciolta, si osservava la nuca, le spalle nude e parte della schiena di un uomo. Il corpo giaceva supino, con il torace riverso su una lastra di pietra e col volto nascosto. Dopo aver scattato una fotografia, i due turisti la presentarono alle autorità pensando fosse la prova del ritrovamento di un corpo di un alpinista scomparso qualche anno prima. Non si resero conto lì per lì del ritrovmaento di quella che sarebbe diventata la mummia più antica mai scoperta e anche quella più famosa di questi ultimi vent’anni.

Il giorno successivo il ritrovamento del corpo, una squadra di soccorso austriaca avviò i primi tentativi di recupero. Il recupero fu reso difficile dalle cattive condizioni meteorologiche e durante il primo intervento l’anca sinistra del corpo di Otzi venne danneggiata. Solo il 23 settembre il suo corpo venne recuperato.

Il recupero venne condotto sotto la guida di Rainer Henn, dell’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Innsbruck e ripreso con la telecamera. Ancora oggi quelle riprese costituiscono un documento di grande importanza, perché sul posto non era presente alcun archeologo. Al Museo Archeologico dell’Alto Adige sono oggi mostrate al pubblico.

Dall’acqua di scioglimento dei ghiacciai emersero pure molti resti di cuoio e pelliccia, cordini, lacci e ciuffi d’erba, che giacevano ammucchiati accanto al cadavere; fra i reperti c’era anche un pugnale con la lama di selce e il manico di legno e un’ascia con la lama di rame.

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Otzi, il ritrovamento. © Museo Archeologico dell’Alto Adige.

Infine, il corpo e i reperti furono messi in un sacco mortuario e trasportati in elicottero a Vent, nell’Ötztal (Austria) e deposto in una apposita cassa di legno. Per ordine della Procura di Stato un carro funebre trasportò la cassa all’Istituto di Medicina Legale di Innsbruck.

L’analisi delle proteine presenti nel cervello sono oggi in grado di fornire nuovi risultati sull’omicidio di Otzi, considerato una “mummia umida” per l’elevato contenuto di acqua ancora contenuto nelle sue cellule, caratteristica che ha permetto di analizzare i tessuti e di utilizzare le ultime tecniche scientifiche per ulteriori indagini.

La ricerca è stata condotta da un team di ricercatori dell’European Academy of Bolzano/Bozen (EURAC), della Saarland University, della Kiel University e di altri centri europei. I risultati mostrano che nei due campioni di cervello prelevati dalla mummia, sono state identificate ben 502 proteine. Di queste, 41 sono note per essere molto abbondanti nel tessuto del cervello e 9 sono anche specificatamente espresse nel cervello. Inoltre, sono state trovate 10 proteine legate al sangue e alla coagulazione. L’analisi ha rivelato un significativo accumulo di proteine legate ad una risposta allo stress e alla ferita stessa.

Grazie a delle scansioni effettuate al microscopio, che mostrano ammassi di cellule del sangue, i dati mettono in discussione una possibile lesione alla testa di Iceman al momento del suo decesso, vicino alla zona in cui sono stati estratti i campioni di tessuto.

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Ricostruzione di Otzi di Kennis © Museo Archeologico dell’Alto Adige, Foto Ochsenreiter. Disponibile su National Geographic – I volti di Otzi in mostra: http://www.nationalgeographic.it/scienza/2011/03/01/foto/otzi-194162/index.html . Museo Archeologico di Bolzano: http://www.bolzano.net/museoarcheologico.htm

L’analisi delle proteine viene ad avanzare l’idea che Iceman abbia subito un colpo in testa, anche se attualmente non è ancora possibile affermare con certezza che questa sia stata la causa di morte. Al momento, i risultati trovati possono solo supportare gli studi precedenti effettuati sul cervello di Otzi alcuni anni fa, dove si era riscontrata la presenza di alcune lesioni osservate con la tomografia computerizzata.

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Articolo: Frank Maixner et al., Paleoproteomic study of the Iceman’s brain tissue, Cellular and Molecular Life Sciences Journal, 2013. Abstract disponibile su: http://link.springer.com/article/10.1007%2Fs00018-013-1360-y

Eurac Research EURAC – http://www.eurac.edu/en/eurac/welcome/default.html
Iceman – Home Otzi- Museo Archeologico dell’Alto Adige – http://www.iceman.it/it

Informazioni:  Museo Archeologico dell’Alto Adige – Via Museo 43 – I-39100 Bolzano – Tel. +39 0471 320100 – Fax +39 0471 320122 ; sito web: http://www.iceman.it

Orario di apertura:
Il Museo Archeologico è visitabile tutto l’anno, anche i festivi (tranne 1 gennaio, 1 maggio, 25 dicembre).
Ingresso: martedì – domenica: ore 10.00 – 18.00.
Lunedì il Museo rimane chiuso.
In luglio, agosto e dicembre il museo rimane aperto anche il lunedì.

Altre informazioni su: OggiScienza: http://oggiscienza.wordpress.com/2013/06/14/nuovi-indizi-sulla-morte-di-otzi/

Sabrina


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