Non saranno bellissime a vedersi, ma sono ricche di proteine, ferro e grassi saturi. Le larve degli alberi di Karité sono un alimento sano e un valido alleato contro la malnutrizione.
Da qui è nata l’idea di un giovane ingegnere burkinabé per un progetto di produzione di larve in scatola, da allevare e vendere a prezzi accessibili in tutto il paese.
“Grazie al crowd-funding abbiamo raggiunto il capitale necessario per avviare il progetto – spiega Kahitou Hien alla rivista Jeune Afrique – e adesso cominceremo a mettere in pratica la nostra idea”.
Le larve alla base del progetto sono quelle nate dalle uova di farfalla che, tra i mesi di giugno e settembre, popolano i rami degli arbusti di Karité.
“Solitamente le donne si occupano di raccoglierle ed essiccarle per poi venderle nei mercati locali. Sono considerate un alimento prelibato e abbastanza costoso, ma purtroppo restano in circolazione pochi mesi all’anno, in parallelo con il loro ciclo vitale” spiega Hien, la cui idea consiste nel creare allevamenti intensivi di larve e, una volta schiuse, inscatolarle in modo da renderne possibile la commercializzazione tutto l’anno.
L’idea in sé non è malvagia e può anche andare bene ma, se si pensa allo spreco di alimenti in tutto l’ Occidente ricco e all’obesità dovuta al cibo-spazzatura,il leggere la notizia non può non essere per noi che come il ricevere il classico pugno nello stomaco.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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