Oggi voglio segnalare un disco particolare, ritrovato fra i vecchi LP qui al mare, inciso quasi 50 anni fa da un giovane musicista: Booker Little, morto a soli 23 anni quando il suo talento stava prepotentemente emergendo.Il disco si intitola Out Front (Candid CM 8027, 1961) e rappresenta il suo capolavoro ed anche il suo testamento artistico, infatti in quello stesso anno morirà per uremia, malattia all'epoca fatale e oggi curabilissima.
In quei pochi anni di attività Booker ebbe modo di mettersi subito in luce, di collaborare con molti altri artisti, fra i quali Eric Dolphy e John Coltrane, e di prender parte alla realizzazione di alcuni dischi che sono entrati a far parte della storia del jazz.
Max Roach orchestra Percussion Bitter Sweet ( Impulse 1961) con Dolphy, Clifford Jordan, Mal Waldron ecc.
Eric Dolphy Far Cry (Prestige1960) con Jaki Byrd
Eric Dolphy At the Five Spot (Prestige 1961)
Solo per ricordarne alcuni.Booker era consapevole della gravità della sua malattia e, forse, questa attività così intensa, quasi frenetica, era un tentativo di esorcizzare la fine incombente.La produzione discografica come leader, invece, fu limitatissima, e Out Front pur essendo il quarto disco a suo nome è, in realtà, la sua prima e unica opera di grande spessore.
Strenght and Sanity
Quiet Please
Moods in Free Time
Man of Words
Hazy Blues
A New Day
Sette brani tutti di sua composizione, eseguiti con un sestetto comprendente, fra gli altri, gli amici Max Roach e Eric Dolphy. Brani legati fra loro da un progetto unitario, una specie di suite originale, commovente, ben strutturata, anche se resta pur sempre un'opera prima. Opera che risente della giovane età dell'autore, ma che ci fa pensare a cosa, negli anni, con più esperienza, avrebbe potuto realizzare come compositore.Il brano seguente Moods in Free Time, tratto da YouTube (problemi di connessione qui al mare non mi consentono di inserire altro), è abbastanza indicativo anche se, per apprezzare a pieno questo disco, bisognerebbe ascoltarlo tutto di seguito, partendo: «dalla tesa malinconia del primo brano, We Speak e inoltrarsi via via verso l'inevitabile, che giunge a metà dell'opera con […] Moods in Free Time e Man of Words. Dopo non siamo più a questo mondo: l'aerea dolcezza del flauto di Dolphy in A New Day non dipinge un nuovo giorno, ma un distacco ormai compiuto dalle cose terrene». ( Marcello Piras, Musica Jazz, mag. 1993, p. 53)
Con questo spero di aver sollecitato la curiosità di chi ancora non lo conoscesse. Curiosità che può essere facilmente soddisfatta scaricando, legalmente in mp3, i suddetti brani da alcuni siti specializzati come, ad esempio, Amazon.com, ad un prezzo abbordabilissimo.