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Out /Oltre l'occhio fisico

Creato il 13 agosto 2012 da Marianna06

 18_il beccaccino

 

L’artista, quando è tale, ha forte  consapevolezza di non interessarsi al solo e semplice visibile (anche quando fa smaccata professione di ateismo), perché il suo è un viaggio di un’intera esistenza alla ricerca di quello che la persona comune, anche quando è dotata di  una buona vista e di una discreta sensibilità umana, non riuscirà mai, neanche lontanamente , a  intravedere.

 Potrà cioè essere soltanto un fruitore dell’opera, più o meno dotato di adeguati strumenti di lettura. Mai un demiurgo.

Un giorno di splendida luce solare si racconta, infatti, che il famoso El Greco, quel “grande” che la storia dell’arte ci ha tramandato, nella sua bottega di pittore, avesse chiuso tutte le imposte purché la luce esterna, quella del  sole , non filtrasse minimamente.

E, un amico, sopraggiunto a fargli visita, quando meravigliato e sorpreso gliene domandò  ragione , ebbe per risposta che la luce del sole, secondo l’artista, avrebbe offuscato la “sua” di luce. Quella che aveva in sé.

Ma in altro tempo e in altro luogo accadde per il grande Goethe esattamente il contrario. Questi, morente, chiedeva con insistenza a chi gli era intorno più luce.

E la tradizione culturale legge  la”cosa”, non sappiamo quanto correttamente, quale ansia di luce trascendente.

Ma con tutti i possibili dubbi legittimi c’è un verso del “Faust” per Goethe, che può soccorrerci in tal senso e che recita così :”quale tumulto porta la luce”.

E non c’è affermazione più veritiera per chi ne avesse fatto,almeno una volta nella vita, esperienza.

Perché non rileggerci, ad esempio, la “Comedìa” del nostro grande connazionale fiorentino?

 

   Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

 

In alto  "Il BECCACCINO" De Pisis per Montale


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