Over the Top. Prestazioni, doping e limiti: il senso dello sport e il senso della vita
Creato il 30 ottobre 2013 da Estropico
Segnalo un'iniziativa dell'Istituto Jaques Maritain che si terra' a]presso l'Universita' di Udine a novembre e dicembre (qui tutti i dettagli). Dal sito:
Le
biotecnologie stanno gradualmente modificando la percezione che l’uomo
ha di se stesso, del proprio
rapporto con gli altri e della società in cui è inserito. Le
possibilità di intervenire in modo sempre più radicale sul proprio
corpo, ampliandone le capacità ed aumentandone le prestazioni –
tanto sul piano fisico quanto sul piano cognitivo – inclinano
infatti verso una visione strumentale del corpo, assunto come oggetto
manipolabile in base ai desideri individuali.
Nel
contesto di una riflessione che metta a tema il rapporto uomo-tecnica,
risulta di particolare
interesse concentrare l’attenzione sulle possibilità (e sulla
liceità) di potenziare artificialmente il corpo umano nel contesto della
pratica sportiva. Attraverso una riflessione sul doping,
infatti, è possibile cogliere con grande chiarezza i problemi etici
connessi alla volontà di perfezionare la natura umana. Non solo. Sostare
sulle ragioni che spingono il professionista ma anche,
e soprattutto, il semplice amatore a fare ricorso al doping,
consente di porre al centro della riflessione il senso e il valore
attribuito all’attività sportiva e di quelle pratiche (in primis la
medicina) che ordinariamente la supportano.
Lo
sport è, o dovrebbe essere, ad un tempo, buona pratica di vita e
metafora efficace per l’educazione
alla vita buona; ma lo sport è, anche, uno specchio attraverso il
quale osservare le criticità della società contemporanea. Riflettere
seriamente sul doping sportivo significa dunque interrogarsi
sull’umano nella sua integralità.
Immagine: da
PharmaInfo.net
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