Dosi per 30 ovetti
Per la pasta
250 g di farina, 150 g di burro, un uovo, 2 cucchiai di zucchero
Per la mousse
250 gr. di cioccolato fondente, 150 gr. di burro, 9 uova, 50 gr. di pistacchi per decorare, zucchero a velo
Preparare la pasta
Unite tutti gli ingredienti nell'impastatrice o sul tavolo e lavorateli rapidamente fino a ottenere una pasta liscia e omogenea. Fate una palla, avvolgetela nella carta d'alluminio e fatela riposare in frigorifero per 30 minuti. Stendete la pasta e foderate degli stampini a forma di mezzo uovo. Togliete la pasta eccessiva e bucherellate il fondeo. fate cuocere in forno a 180° per 15 minuti circa: devono essere dorati. Fate raffreddare.
Preparare la mousse.
Fate sciogliere il cioccolato e ill burro a bagnomaria. Spegnete il fuoco e fate raffreddare il cioccolato nello stesso
recipiente, mescolando ogni tanto. Quando sarà freddo ma non duro, versatelo in una ciotola e aggiungete i rossi delle uova, uno alla volta. Montate a neve durissima le chiare e unitele al cioccolato. mettete la mousse nel freezer per 30 minuti.
Preparate le uova.
Riempite le mezze uova con la mousse al cioccolato. Accoppiatele a 2 a 2 premendole leggermente in modo che venga fuoci un po' di mousse. Passate le uova nei pistacchi tritati. Cospargetele di zucchero a velo.
Si conservano in frigorifero per 4-5 giorni.
da "Regali dalla mia cucina" 1978
Le uova di Pasqua
Apparentemente la tradizione dell’uovo pasquale sembra non avere niente a che fare con la tradizione cristiana della Pasqua, ma questa - come vedremo - è una convinzione errata.
Fin dagli albori della storia umana l'uovo è considerato la rappresentazione della vita e della rigenerazione. Questo lo possiamo vedere dall’uso simbolo che molte culture antiche facevano di esso. I primi ad usare l’uovo come oggetto benaugurante sono stati i Persiani che festeggiavano l'arrivo della primavera con lo scambio di uova di gallina.
Anche nella antica Roma erano, esistevano tradizioni legate al simbolo delle uova. I Romani erano soliti sotterrare nei campi un uovo dipinto di rosso, simbolo di fecondità e quindi propizio per il raccolto. Ed è proprio con il significato di vita che l'uovo entrò a far parte della tradizione cristiana, richiamando alla vita eterna.
Nella cultura cristiana questa usanza risale al 1176, quando il capo dell'Abbazia di St. Germain-des-Près donò a re Luigi VII, appena rientrato a Parigi dalla II crociata, prodotti delle sue terre, incluse uova in gran quantità. L'uso di regalare uova è collegato al fatto che la Pasqua è festa della primavera, dunque anche della fecondità e del rifiorire della natura. L'uovo è appunto simbolo della vita che si rinnova ed auspicio di fecondità.-.formorefun.
Nella ricca tematica delle usanze pasquali emerge la tradizione di mangiare l’agnello; ricorda il pranzo pasquale degli ebrei in memoria dell’esodo dall’Egitto mediante il "passaggio" del Mar Rosso, il "passaggio" cioè dalla schiavitù dell’Egitto alla libertà; per festeggiare il rinnovamento Mosè ordinò al popolo di sacrificare un agnello tutto bianco, tingerne le porte con il sangue, farlo arrostire e mangiarlo con pane azzimo, la sera del quattordicesimo giorno del primo mese di primavera; per gli Ebrei, quindi, mangiare l’agnello ricorda il sacrificio offerto al Dio d’Israele prima di partire dall’Egitto; per i cristiani significa "l’agnello di Dio", l’agnello figura di Cristo, vittima innocente e immacolata.
Le uova benedette ricordano che nei tempi passati erano proibite durante la Quaresima per poi ricomparire sulla tavola insieme al capretto, all’agnello, al salame con il significato che il tempo della penitenza e del digiuno era finito; venivano portate a benedire prima di essere donate come simbolo di speranza, di abbondanza e di nuova vita.
Intorno al XV secolo venivano servite a pranzo le uova sode dipinte a mano ed in molti paesi europei si diffuse la tradizione di iniziare la colazione con una frittata fatta con le uova deposte dalle galline il venerdì santo.
Nel XVI secolo nacque l’usanza di nascondere tra le uova una sorpresa e con l’importazione del cacao dal Messico la sorpresa entrò nell’uovo di cioccolata.
La tradizione della colomba pasquale, che è il simbolo dello Spirito Santo, non dovrebbe comparire sulla tavola a Pasqua, ma a Pentecoste, giacché vuole ricordare la pace che tornò fra Dio e gli uomini dopo il diluvio universale, infatti fu proprio una colomba a tornare nell’Arca con un ramoscello d’ulivo nel becco.
Una tradizione popolare della sera del sabato santo è quella che viene ancora seguita a Firenze, durante i riti della Resurrezione; una colomba (ora non più viva ma artificiale) viene fatta partire dall’altare maggiore con un piccolo razzo e scorrendo su un filo va ad incendiare un carro: il tutto vuole simboleggiare il candore dell’animo e la forza purificatrice del fuoco sempre presente negli antichi riti ma che il cristianesimo, molto spesso, ha sostituito con l’acqua benedetta. -correrenelverde.it
Dosi per 30 ovetti
Per la pasta
250 g di farina, 150 g di burro, un uovo, 2 cucchiai di zucchero
Per la mousse
250 gr. di cioccolato fondente, 150 gr. di burro, 9 uova, 50 gr. di pistacchi per decorare, zucchero a velo
Preparare la pasta
Unite tutti gli ingredienti nell'impastatrice o sul tavolo e lavorateli rapidamente fino a ottenere una pasta liscia e omogenea. Fate una palla, avvolgetela nella carta d'alluminio e fatela riposare in frigorifero per 30 minuti. Stendete la pasta e foderate degli stampini a forma di mezzo uovo. Togliete la pasta eccessiva e bucherellate il fondeo. fate cuocere in forno a 180° per 15 minuti circa: devono essere dorati. Fate raffreddare.
Preparare la mousse.
Fate sciogliere il cioccolato e ill burro a bagnomaria. Spegnete il fuoco e fate raffreddare il cioccolato nello stesso
recipiente, mescolando ogni tanto. Quando sarà freddo ma non duro, versatelo in una ciotola e aggiungete i rossi delle uova, uno alla volta. Montate a neve durissima le chiare e unitele al cioccolato. mettete la mousse nel freezer per 30 minuti.
Preparate le uova.
Riempite le mezze uova con la mousse al cioccolato. Accoppiatele a 2 a 2 premendole leggermente in modo che venga fuoci un po' di mousse. Passate le uova nei pistacchi tritati. Cospargetele di zucchero a velo.
Si conservano in frigorifero per 4-5 giorni.
da "Regali dalla mia cucina" 1978
Le uova di Pasqua
Apparentemente la tradizione dell’uovo pasquale sembra non avere niente a che fare con la tradizione cristiana della Pasqua, ma questa - come vedremo - è una convinzione errata.
Fin dagli albori della storia umana l'uovo è considerato la rappresentazione della vita e della rigenerazione. Questo lo possiamo vedere dall’uso simbolo che molte culture antiche facevano di esso. I primi ad usare l’uovo come oggetto benaugurante sono stati i Persiani che festeggiavano l'arrivo della primavera con lo scambio di uova di gallina.
Anche nella antica Roma erano, esistevano tradizioni legate al simbolo delle uova. I Romani erano soliti sotterrare nei campi un uovo dipinto di rosso, simbolo di fecondità e quindi propizio per il raccolto. Ed è proprio con il significato di vita che l'uovo entrò a far parte della tradizione cristiana, richiamando alla vita eterna.
Nella cultura cristiana questa usanza risale al 1176, quando il capo dell'Abbazia di St. Germain-des-Près donò a re Luigi VII, appena rientrato a Parigi dalla II crociata, prodotti delle sue terre, incluse uova in gran quantità. L'uso di regalare uova è collegato al fatto che la Pasqua è festa della primavera, dunque anche della fecondità e del rifiorire della natura. L'uovo è appunto simbolo della vita che si rinnova ed auspicio di fecondità.-.formorefun.
Nella ricca tematica delle usanze pasquali emerge la tradizione di mangiare l’agnello; ricorda il pranzo pasquale degli ebrei in memoria dell’esodo dall’Egitto mediante il "passaggio" del Mar Rosso, il "passaggio" cioè dalla schiavitù dell’Egitto alla libertà; per festeggiare il rinnovamento Mosè ordinò al popolo di sacrificare un agnello tutto bianco, tingerne le porte con il sangue, farlo arrostire e mangiarlo con pane azzimo, la sera del quattordicesimo giorno del primo mese di primavera; per gli Ebrei, quindi, mangiare l’agnello ricorda il sacrificio offerto al Dio d’Israele prima di partire dall’Egitto; per i cristiani significa "l’agnello di Dio", l’agnello figura di Cristo, vittima innocente e immacolata.
Le uova benedette ricordano che nei tempi passati erano proibite durante la Quaresima per poi ricomparire sulla tavola insieme al capretto, all’agnello, al salame con il significato che il tempo della penitenza e del digiuno era finito; venivano portate a benedire prima di essere donate come simbolo di speranza, di abbondanza e di nuova vita.
Intorno al XV secolo venivano servite a pranzo le uova sode dipinte a mano ed in molti paesi europei si diffuse la tradizione di iniziare la colazione con una frittata fatta con le uova deposte dalle galline il venerdì santo.
Nel XVI secolo nacque l’usanza di nascondere tra le uova una sorpresa e con l’importazione del cacao dal Messico la sorpresa entrò nell’uovo di cioccolata.
La tradizione della colomba pasquale, che è il simbolo dello Spirito Santo, non dovrebbe comparire sulla tavola a Pasqua, ma a Pentecoste, giacché vuole ricordare la pace che tornò fra Dio e gli uomini dopo il diluvio universale, infatti fu proprio una colomba a tornare nell’Arca con un ramoscello d’ulivo nel becco.
Una tradizione popolare della sera del sabato santo è quella che viene ancora seguita a Firenze, durante i riti della Resurrezione; una colomba (ora non più viva ma artificiale) viene fatta partire dall’altare maggiore con un piccolo razzo e scorrendo su un filo va ad incendiare un carro: il tutto vuole simboleggiare il candore dell’animo e la forza purificatrice del fuoco sempre presente negli antichi riti ma che il cristianesimo, molto spesso, ha sostituito con l’acqua benedetta. -correrenelverde.it