Dopo quasi due mesi di inattività eccomi nuovamente sul blog e non con la solita ricetta (o almeno non solo con quella), ma con un accenno alle mie vacanze estive. Senza tediarvi con cosa ho fatto, dove sono andato o con chi sono partito. Come da molti anni a questa parte trascorro il mese di agosto nella casa dei miei nonni, in un piccolo paese sperduto tra i monti della Sila Grande, in Calabria.
Una sorta di confino auto imposto per sfuggire a stress e caos della grande città, per rivedere i miei parenti, per staccare da computer e internet (è un break al 90% perché tra tablet e smartphone una navigatina ci scappa sempre), per mangiare cose buone e tipiche della mia terra.
Ed ecco che entra in scena il cibo, ma in maniera diversa dal previsto. In quei giorni pensavo di dedicarmi a qualche ricetta diversa dal solito, di quelle che a Roma non preparo mai, o scrivere di piatti tradizionali calabresi, ma uno tsunami imprevisto ha caratterizzato una larga parte della mia permanenza silana.
Ovoli e porcini come se non ci fosse un domani.
Potrebbe essere il titolo di queste ferie agostane che mi hanno visto alle prese con una vecchia passione, messa da parte oramai da anni. Andare a funghi mi soddisfa quasi più che mangiarli e trovo affascinanti i “riti” che ci sono dietro. L’alzata all’alba, l’abbigliamento idoneo da indossare, l’immancabile coltello da fungo e il paniere da portarsi dietro, una bottiglia d’acqua o meglio ancora una borraccia come quelle dei vecchi pastori.
Tornare a casa per pulire quanto si è trovato, pregustando un risotto con ovoli o un bel piatto di fettuccine ai porcini. Nel caso di questi ultimi riesco ad apprezzare lo sbattimento del metterli ad essiccare al sole se non adatti al consumo immediato.
È un lavoraccio, ma tutto sommato mi diverte, sarà che capita di rado.
Quest’anno la soddisfazione è stata doppia, anzi tripla, visto che tra ovoli e porcini ne ha abbiamo trovato oltre venti chili. Tanto ben di Dio richiede ricette adeguate, a partire da quella che io e i miei parenti riteniamo la migliore: mangiarli crudi.
Avendo a disposizione il principe dei funghi non abbiamo potuto far a meno di deliziare il palato con una
Insalata di ovoli
Semplice per dar ampio spazio al sapore dell’amanita cesarea, necessita solo di olio extravergine d’oliva, parmigiano in scaglie, pepe nero e un po’ di prezzemolo. Non metterò le quantità degli ingredienti perché si va sempre a occhio.
La preparazione è semplice, basta tagliare i funghi in fette spesse un paio di centimetri, aggiungere il resto degli ingredienti e lasciar insaporire per almeno una mezz’ora. C’è chi aggiunge anche uno spicchio d’aglio per irrobustire il gusto, ma io preferisco farne a meno.
Un eccellente antipasto che mi ha sempre fatto impazzire per la ricchezza di gusto e profumi.