Ci sono dei momenti nella vita in cui tutto sembra stia per accadere: un nuovo lavoro, un amore che si sta trasformando in una scelta di vita e il futuro davanti a sé che sembra ormai deciso. E poi c'è l'imprevisto, quel qualcosa del tutto inaspettato e nascosto in un angolino della tua mente che ti fa sorgere il dubbio che la vita che stai vivendo non sia quella giusta per te, che potresti cambiare direzione, plasmare il tuo destino. Questo è ciò che accade ad Anita, protagonista di Ovunque tu sarai il romanzo d'esordio di Fioly Bocca edito da Giunti e da pochi giorni disponibile in tutte le librerie.
[...] e scivolo via sulle strade lustre, mentre la pioggia continua a battere. Il mio mondo in una goccia, prima tondo e finito, ora pozzanghera minuscola sotto le scarpe gommate.
Anita è in quella fase di dubbi e incertezze che abbiamo passato o passeremo tutti noi, la grave malattia della madre la fa riflettere sull'andamento della propria vita e proprio quando inizia a rendersi conto che il suo lavoro non è quello che avrebbe sognato e il suo fidanzato qualcuno che non la comprende fino in fondo, incontra in un viaggio in treno che la porta al suo paese d'origine, Arun, uno scrittore di libri per bambini a cui basta uno sguardo per capire la tristezza interiore di Anita. Arun potrebbe essere la risposta che sta cercando o solo un diversivo per la sua vita scombussolata dalla malattia della madre? Fa da sfondo a questa storia d'amore la mia splendida Torino che fin dalle prime pagine spicca con la sua bellezza prepotente in antitesi con il desiderio della protagonista di tornare nelle Dolomiti, che associa la città piemontese al declino della sua vita e all'inesorabile scorrere del tempo.
Me ne sto seduta su questa panchina ai Murazzi, mentre Torino si acquatta sotto una coperta di nebbia, così densa da sfumare i contorni e cambiare gli odori alle cose.
Lo stile dell'autrice è semplice ma d'impatto, la costruzione delle frasi studiata e il lessico usato rendono questo libro un romanzo d'amore di livello più alto rispetto alla media, trasportando il lettore tra le pagine, impaziente di scoprire cosa succederà ad Anita. Lo consiglio a chi come lei (e come me) sta passando un periodo di scelte importanti, di bivi lavorativi e sentimentali.
Così capita che un dialogo nato per caso con un passeggero qualunque del Milano-Torino prenda una strada tutta sua, ingovernabile, e tu, senza nemmeno accorgerti, arrivi proprio a quel punto, a quel grumo che hai dentro e che cercavi in tutti i modi di nascondere. E senza sapere perché, ti metti a nudo, non risparmi niente, davanti a occhi sconosciuti offri la tua anima vulnerabile come una spogliarellista esibisce a un pubblico rapito la propria intimità.