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Il nome di riferimento in questo nuovo corso sembrano essere diventati i Tears for Fears, dalle parti cannibali band tra le più amate degli anni Ottanta, ma anche di Simple Minds e Psychedelic Furs; nonostante i riferimenti del caso, gli Orrori riescono a creare una musica sempre molto personale e questo nuovo sfaccettato lavoro è un altro sogno a occhi aperti. Forse ancora più bello del precedente (anche se per ora è un po’ presto per dirlo).Questa volta Geoff Barrow dei Portishead, che aveva prodotto alla grande il loro precedente album, ha consigliato loro solo uno studio e gli ha detto di fare da soli e i nostri (i miei almeno) eroi hanno tirato fuori risultati di nuovo eclatanti. I The Horrors suonano magnificamente fuori dal tempo, qualunque tempo. Talmente fuori da apparire attuali.
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“You Said” è pop-capolavoro, “I can see through you” parte con un organetto alla Doors per poi andare in territori Psychedelic Furs, “Endless blue” è una sterzata alternative rock anni Novanta molto sonic (youth), “Dive in” si tuffa tra i Tears for Fears e gli Smiths di “How soon is now?” e si inventa un ritornello anthemico, “Still life” è un viaggio dritto in fondo a un film anni Ottanta don’t you forget about me, “Wild eyed” galleggia tra le nuvole insieme ai migliori Talking Heads, qua e là affiora pure un prelibato sound shoegaze, britpop stile Suede e pop anni ’60, con la conclusiva “Oceans burning” che si cala nelle profondità più remote della musica.
The Horrors: sempre spavent-osi, che è l’abbreviazione per spaventosamente grandiosi.
(voto 9)
Eccolo qui in ascolto streaming integrale