Magazine Diario personale

Ozio padre delle virtù.

Da Enricobo2

Ieri era domenica, non è che ho fatto vacanza o non ho postato niente per mera pigrizia, è che l’ufficio del turismo dove c’è il WiFi Free era chiuso, così mi sono concesso un’oretta in più di spiaggia. Il fatto è che adesso, grazie a questo sforamento di orario, la mia pelle tenera e delicata come quella di un neonato, è rossa come un gambero dell’Antartico o se preferite come quella di un tedesco dopo che si è sfogato contro Draghi. Che ci volete fare, mi basta poco e mi scotto subito. A nulla valgono le amorevoli cure a cui mi sottopone la mia gentile signora, creme solari per neonati fattore 50, doposoli preziosi ricolmi di lenitivi di varia specie, niente da fare, dopo qualche giorno di mare mi ritrovo inevitabilmente di un bel rosso ciliegia, zimbello degli altri bagnanti ormai cotti dal sole agostano, neri come bagnini californiani, che mi guardano compassionevoli. 
Così mi rifugio nell’acqua fino al collo, che comunque non si sta mica male. Mi sa che dovrò fermarmi ancora qualche giorno per sbrigare la pratica. Libri da leggere ne ho, sudoku anche, vuol dire che rimanderò il rientro in città a data da destinarsi. Come avrete capito oggi non sapevo proprio dove andare a parare, ma stare qui davanti alle gentili impiegate con gli occhi al soffitto e la sindrome della pagina bianca incombente, mi sembrava di fare brutta figura; già che non si paga (come in quasi tutti i paesi civili) ma fare l’italien che scalda la sedia non mi sembra il caso. Allora vi saluto, che tanto la presenza l’ho fatta e vado fino in spiaggia che non vorrei che l’acqua si raffreddasse troppo, noi casomai ci sentiamo domani.
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Genova per noi.

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