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Pacchero terramare

Da Fausto Morabito @chezmoibyfausto

Pacchero

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Il pacchero di Gragnano, un formato di pasta che ha sempre un posto sulla mia tavola, fantastico da abbinare a salse cremose, da riempire di besciamelle o verdure, da utilizzare per una sontuosa pasta al forno alla calabrese, insomma “il binomio inscindibile” pacchero e Gragnano.

Sapete che prediligo la pasta lunga (e se non lo sapevate lo avete scoperto adesso) ma i paccheri sono uno dei pochi formati corti e lisci che amo, perché diventano un tutt’uno con il condimento e creano un equilibrio di sapore “pasta-sugo” esaltando il gusto di grano ed evidenziando la consistenza, con una semplice cottura al dente.

Certo, la differenza di base è data da un prodotto di qualità, frutto di essiccazione lenta e di semola di prima estrazione e cinquecento anni di storia,  di tradizione e segreti che si tramandano da generazioni e rendono unica la pasta di grano duro,  uno dei prodotti “simbolo” della nostra cultura gastronomica.

Con un base così diventa più molto più facile ottenere un buon piatto  da offrire agli ospiti, ed ecco che il “pacchero terramare” diventa il primo da consumare dopo il tortino con patate, capesante, porcini e pistacchi di Bronte; un piatto semplice da impiattare e di sicuro effetto.

Ideale prosecuzione di un pranzo in cui l’abbinamento terra e mare è il filo conduttore che ritroveremo anche nel (anzi nei) secondi e, considerato che siamo solo al primo piatto e ci sarà ancora da mangiare,  consiglio di fare delle razioni piccole, per non correre il rischio che i paccheri diventino la conclusione e non la continuazione… e’ stato difficile non fare il bis, anzi se devo essere sincero, impossibile.

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