I rappresentanti del governo del presidente Salva Kiir e dei ribelli guidati dal suo ex vice Riek Machar hanno raggiunto un accordo ad Addis Abeba per estendere la partecipazione ai negoziati di pace all’Unione Africana, all’Onu, all’Unione Europea, alla Cina, alla Gran Bretagna, agli Stati Uniti e alla Norvegia.
Finora i colloqui erano stati mediati esclusivamente dall’Autorità intergovernativa per lo sviluppo (Igad), un organismo regionale dell’Africa orientale.
L’intesa sul nuovo formato dei negoziati, denominato Igad+, precede di alcune settimane la scadenza del 9 luglio: quarto anniversario dell’indipendenza del Sud Sudan da Khartoum, termine ultimo per la nascita di un governo di unità nazionale. Un traguardo, questo, che appare in realtà tutt’altro che vicino. Le trattative sono di fatte ferme da marzo. Il cessate il fuoco concordato più volte non è mai stato rispettato e le modalità circa la formazione di un esecutivo di unità che comprenda le forze in lotta sono tutte da definire.
Solo nelle ultime settimane combattimenti nelle regioni petrolifere di Unity e Upper Nile hanno costretto alla fuga circa 100.000 persone. Dalla fine del 2013, sfollati e rifugiati sono stati circa due milioni.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)