Il tabellone luminoso dell'autostrada avvertiva: neve sull'intera tratta, attenzione!
Ci ritroviamo con pochi amici a bordo lago, immerso oggi in un paesaggio incantato. La neve ha imbiancato le montagne di fronte, giusto una spruzzata sugli alberi spogli, quel poco per farle assomigliare alla barba incolto di un vecchio stanco.Mauro, Paolo, Tatiana e Andrea... fotografati da Gianni rimasto a riva!
Poi non si vede più nulla e al momento dell'imbarco l'orizzonte si chiude intorno ai nostro quattro kayak.Sembra che stia smettendo. Poi invece riprendere a nevicare. E rinforza la neve insieme al vento.
Pagaiamo verso sud, lungo le spettacolari pareti rocciose dove di solito arrampicano altri pazzi come noi, amanti della vita all'aria aperta e del lago visto dall'alto.
Il Baidarka impazza sui laghi del nord!
Quando volgiamo le prue verso nord, per rifare al contrario lo stesso percorso incantato, la neve si adagia sul viso, sulle mani, sul ponte. Ma il vento è calato e si sta bene, quasi al caldo. I due paia di pantaloni, i tre paia di calzini e le quattro magliette sotto la muta semi-stagna mi aiutano a non sentire troppa nostalgia della mia amata Kokatat arancione, ancora in restauro per il lattice slabbrato di collo e polsini.Mauro ed il convento di Santa Caterina del Sasso sotto la neve
La neve cade soffice e grande. E' il cielo stesso che scende giù al rallentatore, con quelle piume d'acqua che sfiorano le guance con la dolcezza infinita della carezza di un bambino. Gli altri pagaiano veloci, io mi perdo dentro il paesaggio imbiancato. Con la testa per aria, come spesso mi capita, non mi accorgo di essere rimasta sola. E sogno. Il tempo si ferma, sospeso nel vuoto di questo inverno senza fine.Motto del giorno: i sogni possono diventare realtà!!!
Il vento torna a farci compagnia. Il lago si imbianca, adesso anche sull'acqua, non solo sulle sponde e sulle montagne. Le onde si rincorrono sempre più ravvicinate e gli ultimi metri sono i più freddi. Qualcuno torna indietro a controllare se ci sono, gli altri si affacciano dalla riva. Non sanno che ad avermi fermata non è stato il vento ma, come spesso accade a quelli come me, il sogno. O meglio, la speranza di un futuro più luminoso della rotta che ci è toccato in sorte di seguire oggi in kayak...