di Alessandro Ambrosini
13 arresti, 57 milioni di euro evasi, 18 milioni di euro sequestrati, 9 appartamenti tra Courmayeur e Camogli, 2 stabilimenti industriali, una Ferrari F430 e una Lamborghini Gallardo, 60 veicoli commerciali, 20 automobili e 75 conti correnti e postali.
Questi i numeri dell’operazione Black Iron scattata oggi, alle 6 del mattino, che ha visto la Guardia di Finanza arrestare Giuseppe Zampieron di 60 anni di Villafranca, Maurizio Quaranta di 41 anni di Appiano Gentile, Agostino Aceti di 50 anni residente a Caronno Pertusella, Valentino Montepeloso di 52 anni di Mariano Comense, Luca Meneghin di 32 anni residente a Seveso, Silvio Broggini di 43 anni di Gallarate, Angelo Terenghi di 69 anni di Arcore, Giovanni Rota di 53 anni di Bergamo, Marco Sappa di 53 anni di Vercelli, Gabriele Cortini di 40 anni di Novara, Gianfranco Di Silvio di 57 anni residente a Varese, Dario Morabito di 26 anni residente a Caronno Pertusella (ai domiciliari).
Ventitre indagati e 20 perquisizioni, il tutto , con delle accuse che vanno dalla associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale ed omissione e utilizzo di false fatture alla violazione della normativa ambientale. Un mare di fatture false, questo il gioco della mente dell’operazione truffaldina: Maurizio Quaranta e dell’imprenditore veneto Giuseppe Zampieron, titolare della Rottami S.r.l.
Le indagini delle fiamme gialle avrebbero permesso di ricostruire un complesso meccanismo fraudolento messo in atto negli anni 2009-2010 dalla Cometal, azienda comasca operante nel settore dei metalli ferrosi e realizzato attraverso l’emissione da società riconducibili agli indagati di centinaia di false fatture intestate addirittura a persone decedute, pensionati o comunque persone assolutamente ignare di tutto.
Le false documentazioni avrebbero dovuto attestare scambi commerciali di migliaia di tonnellate di rottami mai avvenuti. Secondo gli investigatori questo artificio avrebbe consentito ai reali fornitori, società realmente esistenti, di cedere il materiale in nero ad altre aziende.
I reali destinatari della merce nella maggior parte dei casi erano privi delle autorizzazioni ambientali.
Le società coinvolte sono 20 con sede tra Lombardia, Piemonte e Veneto.