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Padre Nostro che vivi in strada

Da Dbellucci

Quel testo che ho scritto alcuni anni fa non vedrà la luce. Nel tempo l’ho mozzato, riciclato e abbandonato. Capita sempre così quando ci si sforza per raccontare storie che non sono accadute dentro di noi. Vorrei però che non andasse perduta la preghiera che uno dei protagonisti  recita, nella mia fantasia, nel pomeriggio afoso di Ronda, nel sud della Spagna. Era il mio “Padre nostro degli esclusi”, ispirato dall’omonima preghiera brasiliana che è il canto del Movimento dei Lavoratori Senza Terra. Succede anche di essere ispirati da una preghiera e di riscriverne un’altra, filtrandola col proprio cuore, i propri occhi e la propria poesia.

Padre nostro che vivi in strada, nella stanchezza, nella favela,
Padre che ti consumi sotto l’ombra dei nostri piedi,
concedici di vivere nella Tua volontà.
Padre senza lavoro, senza terra, senza speranza,
Padre dei carcerati, dei martiri, dei profughi,
scenda su di noi la Tua misericordia.
Porta sulle nostre tavole la sete dei piccoli,
Porta l’umiliazione di chi nasce in una ferrovia,
Porta la mano tesa degli uomini senza nulla.
Padre che non hai nazione,
Tu che sei degli esclusi e dei dimenticati,
conducili ai nostri cuori, conducili alle nostre case,
dove divideremo il nostro pane quotidiano.
Sia santificato il Tuo nome nel grido dei bambini
che fanno la guerra, nei violentati,
nelle donne dai ventri oscuri, nelle malinconie urbane;
a Te noi ci rivolgiamo,
uomini persi pieni di solitudine
perché sia uguaglianza e giustizia sulla terra.
Liberaci dall’indifferenza, dalla schiavitù dei potenti,
dal sonno del benessere che lega i nostri occhi.
Liberaci dalle seti artificiali, dal banale senza umanità,
mostraci quanto siamo infelici
in un mondo tanto affamato.
Padre Rivoluzionario, Padre Liberatore,
insegnaci la voce dei miti,
dei portatori di riconciliazione,
di chi abbassa se stesso perché gli altri
possano respirare,
e in quelle terre a cui è tolta la luce
sia data ai nostri giorni una nuova madre,
alle nostre labbra l’incanto dell’amore,
alle nostre miserie la consolazione
di tanti figli ritrovati.



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