Padri coraggio
Creato il 10 maggio 2012 da Motherbrave
Cavalco l'onda dei padri, ché non voglio proprio lasciarmela sfuggire. Quasi due anni fa scrissi un post molto cattivo sui padri, e un po' adesso me ne vergogno. Partivo un po' da lontano, riprendendo la storia di Edipo e domandandomi come mai per millenni ci siamo concentrati sul tabù del figlio che "giace" con la propria madre (inconsapevolmente, tra l'altro) e non sul padre Laio che perfora le caviglie del neonato e lo appende a una trave abbandonandolo. Insomma, non per giustificare Edipo, ma il poveretto è stato menomato e abbandonato da suo padre, è cresciuto lontano dai genitori, poi una sera pensa di trombarsi una bella donna e fra tutte, per sfiga, sceglie proprio la madre. Un po' di indulgenza, dico io! C'è stato un equivoco, non è colpa sua. Per esempio, se il padre non l'avesse abbandonato per paura di una stupida profezia, le cose forse sarebbero andate diversamente. Sicuramente Edipo avrebbe avuto ben chiaro nella mente chi era sua madre e con chi poteva o non poteva accoppiarsi. E Freud sarebbe morto di fame.Quello che volevo dire in quel post, e che ribadisco adesso, è che dai padri, per migliaia di anni, non ci si è mai aspettato un granché. Cioè, a che doveva pensare mai il re Laio nella sua vita, se non al suo regno e al suo potere? Di sicuro non al figlio. E così la nostra umanità è andata avanti per molto tempo.Certo, oggi esistono ancora padri poco presenti, padri che si illudono di essere bravi perché hanno cambiato un paio di pannolini e ogni tanto mettono a letto il bambino la sera. Padri che passano fuori casa 16 ore e in queste 16 ore nemmeno un minuto è dedicato a interrogarsi su "Chissà cosa starà facendo mio figlio adesso", oppure "Chissà se ci sarà il latte in frigo per domani". Di questo sono responsabili i padri stessi, che scelgono di non occuparsi dei propri figli, e anche le madri, che scelgono di accollarsi interamente l'accudimento dei bambini, spesso perché sono fermamente convinte che i padri non ne siano capaci. Ovviamente nessuno si sogna di porre la questione in questi termini così brutali. La mia è una provocazione. Ma la realtà pratica è questa: in molte famiglie, l'uomo è esentato dall'educazione dei figli con buona pace delle madri, che adorano vantarsi lamentarsi per l'impostazione multitasking che le porta a occuparsi di 700 cose contemporaneamente, dal lavoro, alla spesa, ai figli.Ma adesso basta.La realtà è questa, ma ce n'è un'altra emergente e molto diversa. Quel mio post molto cattivo lascia spazio a questo, nuovo e pieno di speranza. Alcune aziende si rivolgono ai padri in quanto padri. Nascono associazioni. Spuntano blog. Parlando con le donne, sono sempre più frequenti i casi in cui senti frasi tipo: "Mio marito è andato a portare nostro figlio dal pediatra", "Suo padre lo porta ogni giorno in asilo", "La sera è lui che cucina e dà la pappa al bambino".
Prendo spunto da un post di Genitoricrescono che domanda se le istanze per un rapporto più equilibrato tra generi possano passare proprio attraverso i padri. La questione è molto interessante, perché hai voglia tu a scendere in piazza con altre donne, hai voglia a protestare per le dimissioni in bianco, per gli asili, per le discriminazioni, ma se anche gli uomini iniziano a manifestare la propria esigenza di vivere come esseri umani e non come bestie da lavoro, se iniziano a volersi occupare di propri figli e dell'ambiente in cui devono vivere, beh, vuoi mettere la differenza?
Tornerò sull'argomento nei prossimi post.
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