Cara moglie e bimbe mie care, quando riceverete questo mio scritto io non ci sarò più: muoio con uno strazio nel cuore, solo quello di non potervi più vedere e di non potervi più stringere per l’ultima volta fra le mie braccia; cara moglie abbiamo vissuto per venticinque anni assieme nel più perfetto accordo fra le gioie delle nostre bambine e nessuna nube è mai venuta a disturbare la nostra pace e la nostra unione. Invece ora sarò separato per sempre da voi tutte che ho sempre tanto amato e che non vivo che per voi, ancora pochi minuti per dirvi tutto lo strazio del mio cuore martoriato, e poi sarò fucilato con i miei quattro compagni dalle belve nazifasciste. So quale strazio che ti porta questo mio ultimo biglietto tu sai che io sono sempre stato un vero padre per la mia famiglia come un vero partigiano per la nostra causa e per la nostra libertà; so nelle condizioni in cui ti lascio priva di tutto quello che possedevi nella nostra casa e ora anche di me che ero l’unico sostegno vostro, fatti coraggio moglie mia e sii forte, pensa che hai due figlie che io tanto adoravo e che tu ora devi difendere e proteggere, pensa alla piccola Iuci alla Adriana che è nel vortice delle insidie nazifasciste, e così ti farai tanto coraggio e tanta forza da poter sopportare il grande dolore che ti porta questo scritto. (Giuseppe Salmoirago, di anni 41, commerciante, fucilato senza processo come padre di partigiano a Vico Canavese nell’ottobre 1944).
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P A R L A N O D I S A L V A R E
Parlano di salvare, non si salva
il passato remoto, ancora i padri
sono tra noi il prossimo che paga
il bene e il male della nostra vita.
In queste notti desolate chiedo
il fratello maggiore che non ebbi
e che pure talvolta vidi in sogno
passarmi accanto.
-Alfonso Gatto-
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