Ancora una volta Ester Negretti! E basta!
Paesaggi Primordiali
Vertemate con MInoprio dal 07/10/2012 al 28/10/2012
"Ester Maria Negretti e la Scuola di Minoprio visitano Paesaggi Primordiali"
nei saloni di Villa Raimondi - Fondazione Minoprio
Vertemate con Minoprio (Co), viale Raimondi
inaugurazione domenica 7 ottobre ore 10.30 nell'ambito del secondo premio letterario.
orari apertura: domenica 10.00-18.00
presentazione critica di Nicla Calegari
organizzazione artelario.it
Il mondo di Ester Maria Negretti è un mondo complesso e, allo stesso tempo, immediato.
È un mondo che nasce dalla materia, una materia forte, compatta, prorompente nello spazio e nel tempo. Le sue sculture sono massicce ed imponenti, i suoi quadri sfondano la barriera del piatto bidimensionalismo e invadono lo spazio dello spettatore con la loro superficie piena di testimonianze materiali.
Sono opere che richiedono condivisione e attenta osservazione da chi si avvicina ad esse, condivisione dello spazio circostante e della luce che viene come intrappolata sulla loro superficie complessa in un gioco di chiaro e scuro dinamico e affascinante.
Quando Ester dipinge un paesaggio è solita raccogliere terra, sabbia, sassi, radici e altri reperti dal luogo che intende riprodurre e trasportarli sulla tela.
È importante specificare che questo gesto, come tutti i gesti di Ester Maria Negretti, va però oltre al banale trasporto sull’opera di materiale per renderla più esplicita; al contrario, il gesto dell’artista è carico di valori concettuali. In primo luogo Ester raccoglie materia che sicuramente definiremmo di poco valore, che nel nostro quotidiano ormai abituati a conoscere, a vedere e a calpestare ha perso ogni sua innata bellezza; per l’artista, invece, questo momento di ricerca e scelta silenziosa rappresenta un importante legame e dialogo con la natura che la pone in stretta relazione con il mondo e la sua essenza.
Perché è questo ciò che l‘artista e la persona Ester ricerca da sempre: l’essenza. L’essenza delle cose, delle persone, del mondo e della vita. Ed è questo a cui l’artista aspira, senza filosofeggiamenti arcaici e vuoti e senza giustificazioni, a un’ arte che con la forza prorompente della materia possa toccare ed esprimere l’essenziale e dunque raggiungere l’infinito, l’eterno.
Ester non trasporta semplicemente il materiale sulla tela ma lo sceglie, lo raccoglie, lo fa proprio, lo ripensa e lo ricolloca in modo nuovo e personale sulla sua opera. Lo fa rivivere, in un processo che può ricordarci quello usato da Duchamp nei suoi ready-‐mades.
Le tele dell’artista, così piene e materiche, così forti e dall’importante impatto visivo risultano nel loro complesso estremamente equilibrate ed armoniche.
L’artista, infatti, utilizza per la loro composizione schemi geometrici ben precisi che sono scaturiti da riflessioni sullo scritto “punto linea superficie” di Kandinskij e che rendono l’opera equilibrata nella disposizione dei pesi e che riflettono sul legame dell’uomo e della sua anima con l’arte; ecco quindi che il cerchio rappresenta il mondo spirituale mentre il quadrato quello dell’uomo ed entrambe le figure diventano struttura principale per la suddivisione e riempimento della tela.
Grazie alla profonda ricerca dell’artista sull’invisibile, sul silenzio e sullo spirituale, lo spettatore che si trova a vivere l’opera di Ester e il suo enviroment, si trova davanti a un’arte che non pretende di dare risposte dall’alto ma, al contrario, diviene nuova forma di riflessione e di ricerca.
Nicla Calegari