Molti descrivono così la Cappadocia, per il colore delle sue formazioni geologiche di tufo calcareo scolpite da secoli di erosioni, con cui l’uomo ha imparato a convivere creando, nella roccia, insediamenti dall’aspetto fiabesco, piccole chiese rupestri, città sotterranee.
Volare all’alba nel cielo silenzioso della Cappadocia in mongolfiera è un’esperienza emozionante, ma anche camminare tra le torri di tufo sormontate da massi quasi in bilico, i camini delle fate, dà la sensazione di muoversi in uno spazio magico, fuori dal tempo, uno spazio nel quale forze incredibili (verrebbe da dire sovrannaturali) hanno modellato il paesaggio rendendolo la meraviglia che appare oggi ai nostri occhi.
E’ un paesaggio mutevole, in cui la natura sembra in continuo divenire, in cui si ha la sensazione che l’espressione “saldo come una roccia” sia poco più che un luogo comune che male si applica a queste rocce in particolare.
E’ un luogo unico che parla di storie remote, di fiabe, di sogni.