Sono costretto ad ammetterlo, da un po’ di tempo a questa parte la mia memoria mi sta facendo strani scherzi. E quando dico “un po’ di tempo” intendo da 39 anni ad oggi. Oh, intendiamoci non è una patologia, almeno non credo perchè non ho mai idagato, preferisco rimanere nel dubbio, forse ho semplicemente un rincoglionimento genetico, che l’avanzare dell’età matura (ahahah matura…bella questa) non sta certo aiutando a migliorare. Le difficoltà maggiori si presentano nel ricordare i numeri. Considerando che il mondo si muove a password e codici pin ho detto tutto.
Per fortuna ho notato che questo non è solo un problema mio, il che è consolante, una sensazione piacevole, come quando stai per essere incriminato per aver evaso cento euro al fisco e in quel momento entra Silvio.
Ho fatto una piccola indagine e ho scoperto che la maggior parte di noi è molto pigra quando si tratta di dover inventare una sequenza alfanumerica che metta al sicuro i propri dati. Le più usate sembrano essere 0000 1234 e 1111. In perfetto stile Balle spaziali. Il problema principale è rappresentato dalla quantità di chiavi d’accesso segrete, webnaute e non, che siamo costretti a memorizzare, per svolgere le funzioni minime di chi si siede davanti ad un pc o smanetta con lo smartphone.
Purtroppo l’aumento esponenziale, inibisce la fantasia: credoi che saremo tutti d’accordo nell’affermare che sarebbe meraviglioso ingegnarsi nel creare sequenze alfanumeriche che contengano magari anche qualche carattere asiatico tipo “icinesicelhannodi7centimetri”.
Parliamo proprio dell’abc: il pin del telefono.Livello di difficoltà: semplice. Quattro cifre che la maggior parte di noi compone abitualmente almeno una volta al giorno. Ecco, il mio vive attaccato a una qualsiasi forma di cavetto succhia corrente, sembra, un malato terminale con la flebo di elettroni sempre sparata in vena. Non importa che sia la presa del muro o l’accendisigari dell’auto, è di bocca buona, non si formalizza. L’importante è non farlo spengere. Ho un cassetto pieno di telefonini perfettamente funzionanti, ma condannati ad una forzata eutanasia perchè non ho la più pallida idea di quale sia il loro codice pin. Comunque l’esperienza insegna: il codice del mio iphone l’ho salvato direttamente nella rubrica, del telefono stesso ovviamente, ehhh mica so’ fesso.
Bancomat. Livello di difficoltà: teoricamente facile. Ecco, considerate che il mio pin del bancomat è molto, ma molto, ma molto simile a quallo del telefono (giuro!!!), così mi ritrovo alla cassa del Conad con il cellulare in mano a recitare il rosario sull’elenco dei contatti sperando che Sanculo mi faccia la grazia. Perchè, quando ci si mette, il fato sa essere veramente bastardo.
Il Codice puk: livello di difficoltà: mavvaffanculovai. Se qualcuno di voi lo sa a memoria vi prego di non farmelo sapere
La password del pc: e qui sono stato originale. La mia data di nascita. Si bravi, ridete, ridete, la potranno pure scoprire, ma siccome sono un genio, c’ho messo un carattere speciale alla fine, che nessuno saprà mai. Un bel punto esclamativo ! Giusto per renderla particolarmente enfatica.
Password dell’account di posta elettronica personale e di lavoro: La seconda, quando finalmente la ricordo senza difficoltà, scade e, neanche a dirlo, non posso più riutilizzarla (che spreco).
Ma si sa, noi italiani siamo un popolo estroso, a parte Lapo Elkann, e se ci mettiamo d’impegno le cose le sappiamo fare bene. C’è chi predilige blindare i suoi dati con il nome della squadra del cuore, qualcuno un po’ più astioso, utilizza quello della squadra o della città rivale seguito da un insulto, dalle mie parti per esempio quella su Pisa è la più gettonata; c’è chi si rifà al cinema e usa “etrom” come in Shining (inquietante), chi sceglie la targa della macchina (cosa per me assolutamente inconcepibile), chi mette il proprio gruppo sanguigno, come un tizio che conosco che ha messo “Barbera96″,
In tutto questo marasma di codici, parola e nascondigli in stile Matrix, secondo m è meglio andare sul sicuro e usare sempre la stessa password, certo, se qualcuno te la scopre puo’ prosciugarti il conto corrente e telefonare in Nuova Zelanda. Però i cambiamenti in questi casi posso risultare altamente deleteri.
In questo clima, rischi di accendere il tuo computer e digitare infinite volte il codice corretto, fino a quando arriva lei che ti dice “Caro, sai, ho cambiato la password al tuo pc, l’ho sostituita con la data del nostro anniversario”. Il mondo si ferma. Vedi rotolare un cespuglio come nei film western e l’unica cosa che riesci a pensare è che questa si chiama “cattiveria” !!!