Sopratutto per i bambini dell'area del Sahel le prospettive in Africa, per quel che riguarda alimentazione e salute, in vista del 2012, non sono affatto rosee.
A sottolinearlo all'attenzione dell'opinione pubblica internazionale è l'UNICEF.
E la richiesta pressante è quella possibilmente di prevenire per tempo il disastro annunciato.
Sulla base dei dati in possesso dell'UNICEF è già noto, infatti, che in Niger, ad esempio, ci sono 330.600 casi identificati di bambini con meno di cinque anni affetti da denutrizione grave.
Senza contare poi che metà della restante popolazione,quindi adulti e anziani, é quasi certamente per il 2012 a rischio fame.
E le cause sono le più disparate.
Innanzitutto il clima impazzito, che manda in rovina le coltivazioni e, poi, l'acqua che sovente viene a mancare decimando anche il bestiame , che non riesce ad abbeverarsi.
Altri Paesi in analoghe condizioni ,oltre il Niger, e che meritano pertanto una particolare attenzione sono anche : il Ciad, il nord della Nigeria( dove i conflitti a carattere religioso, di cui blaterano spesso i nostri "media", sono alimentati anche da un'economia molto più povera rispetto al resto del Paese) ,il nord del Camerun (qui si è impegnato tantissimo il teologo e sociologo Jean Marc Elà, a suo tempo, presso i Kirdi), il Burkina Faso,dove il malcontento politico e sociale degli ultimi tempi non fa ben sperare affatto a livello di stabilità istituzionale,poi il Mali,la Mauritania e il nord del Senegal.
Evitando di sottovalutare il problema ,di cui ci sono già ampie avvisaglie,il suggerimento per autentici uomini e donne di buona volontà ma sopratutto lungimiranti, magari anche egoisticamente parlando, sarebbe che può essere impedita sul nascere l'ennesima tragedia africana se si interviene per tempo piuttosto che spargere poi, successivamente, inutili lacrime di coccodrillo.
Accanto al discorso alimentare è sopratutto importante avere sul posto medici e personale sanitario nonché farmaci adeguati per combattere tanto la malnutrizione quanto le altre patologie riscontrabili sul territorio.
Dalle più semplici come il morbillo, che purtroppo uccide ancora in Africa, alle più complesse come le malattie gastrointestinali o polmonari(tbc).
Tralasciando, si fa per dire, coloro, quei piccoli, che sono affetti comunque dal virus dell' HIV.
E che non vanno dimenticati proprio perché tra i bambini ce ne sono tanti , in quanto nati da genitori infetti, quando appunto l'epidemia era nel pieno del suo manifestarsi e i mezzi per fronteggiarla inesistenti.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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