avv. Eugenio Gargiulo
Anticipando quelle che saranno le imminenti modifiche al codice del consumo italiano, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha pubblicato recentemente una sentenza (C. Giust. UE sent. C-616/11 del 9.04.2014) che tende definitivamente una mano in favore di quanti fanno “pagamenti online” e si trovano, per tale causa, a subire aggravi nel costo finale del servizio o bene acquistato. Spesso, infatti, il bonifico online o il pagamento con carta di credito tramite internet sono più onerosi per chi acquista.
Chi fa e-commerce o, comunque, vende servizi (per esempio, il gestore di telefonia mobile), generalmente si appoggia – nel caso in cui il consumatore effettui il pagamento con sistemi via web – a banche come Paypal o ad altri sistemi che implicano, per il professionista/venditore, un aggravio di spesa. Tali aggravi vengono, di norma, scaricati sull’acquirente. Così chi predilige forme di pagamento online (anche con carta di credito) si trova anche a pagare di più.
Ebbene: per la Corte di Lussemburgo addebitare i costi del professionista/venditore sul cliente finale è illegittimo. E il divieto vale anche per la compagnia di telefonia mobile.
Piena parità, dunque, tra gli ordini di bonifico cartaceo e quelli di bonifico online: essi sono identici strumenti di pagamento ai sensi della direttiva comunitaria. Pertanto, le aziende non potranno più imputare spese aggiuntive, di gestione, ai clienti che saldano con bonifico online. Ciò finirebbe per scoraggiare i nuovi strumenti di pagamento, di certo più efficaci anche nel contrasto al “nero”.
Foggia, 10 aprile 2014 Avv. Eugenio Gargiulo