Il ritardo dei pagamenti delle p.a. non interessa solo le imprese, anche i professionisti italiani sono soffocati da questi ritardi. Il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, che ha aderito all’iniziativa pubblica di Anci di questa mattina, torna a sottolineare la difficile situazione economica dei professionisti tecnici.
“Il Ministro non ci nomina, ma non possiamo nemmeno immaginare che il Decreto per sbloccare i pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione, annunciato dal titolare dell’Economia, Vittorio Grilli, non includa anche i professionisti italiani e non sia, quindi, limitato alle sole imprese.
“Gli architetti italiani – e lo abbiamo urlato più volte – vantano crediti dalla pubblica amministrazione per circa 500 milioni di euro sul totale di circa 2 miliardi che lo Stato deve al comparto della progettazione delle opere pubbliche. Si tratta di una situazione che non può essere ulteriormente sopportata da un comparto, come appunto quello della progettazione, che registra eccezionali ed insopportabili dinamiche di flessione anche per il blocco delle opere pubbliche”.
“Più di altre professioni – continua il Cnappc - stiamo pagando un pesante tributo alla crisi poiché sulla nostra attività si riflette inevitabilmente il trend negativo del settore dell’edilizia che sta provocando una conseguente significativa riduzione dei fatturati e, in molti casi, la chiusura di numerosissimi studi professionali di medie e piccole dimensioni con gravissime conseguenze negative soprattutto per i giovani architetti”.
Consapevoli della complessa situazione economica e sociale, gli Architetti propongono di puntare su un piano di rigenerazione urbana sostenibile, spostando risorse dalle grandi infrastrutture alle città, perché “solo una politica seria di “riuso” può portare a risparmi veri e alla crescita economica, culturale e sociale indispensabile all’Italia.”
Per il Consiglio Nazionale degli Architetti il pagamento del dovuto sarà un primo sia pur tardivo segnale e non dovrà discriminare tra imprese e professionisti.