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Pagellino parte terza: I film dignitosi

Da Tallman
Bentornati sulla penultima parte del pagellino contenente una sequenza di film in cui finalmente i pregi non sono così difficili da individuare e il rischio di una delusione, anche se non pienamente scongiurato, è comunque una possibilità remota (per qualsiasi lamentela sono sempre disponibile :D). Vi ricordo che l'ultima parte sarà una recensione interamente dedicata al film vincitore di questa personale competizione estiva, una pellicola in pieno stile Alan Parker (forse un giorno dovrò dedicare un post per rendervi partecipi dei miei parametri personali, anche se sono del parere che siano abbastanza deducibili dalle recensioni).
RAMMBOCK: BERLIN UNDEAD (Germania 2010) di Marvin Kren
Pagellino parte terza: I film dignitosi
Un film corto (appena un'ora di durata!) ma sorprendentemente esauriente, in cui la battaglia contro i non morti si combatte in un condominio (e l'analogia con un certo Rec sorge spontanea). Rammbock si rivela un film efficacemente realistico non solo nel setting ma anche nella scelta degli attori, normalissimi signor nessuno con poca voglia di fare gli eroi se non per un valido motivo, come ad esempio ricongiungersi con la propria amata. Collaudate risultano anche le sue dinamiche: i protagonisti infatti, per non soccombere alle orde di zombies, si spostano da stanza a stanza del palazzo,  improvvisandosi se necessario come demolitori di pareti pur di raggiungere un luogo più sicuro. Insomma un'epidemia vissuta a livello domestico in cui anche gli attacchi dei cadaveri ambulanti fanno un certo effetto, merito di un make-up accurato. Breve ma intenso. (7/10)
EL HABITANTE INCIERTO (Spagna 2004) di Guillem Morales
Pagellino parte terza: I film dignitosi
El habitante incierto è un film curioso e dagli sviluppi imprevedibili in cui un architetto fresco di divorzio e amante delle case dagli spazi grandi inizia a diventare paranoico su un presunto intruso che si nasconde nella sua abitazione. La storia, che fino ad un certo punto pare classica e molto curata, d'improvviso però prende delle deviazioni inaspettate ( e pure strampalate da un certo punto di vista) ma non tutte risultano convincenti, anche se l'attenzione rimane altissima fino al finale. Proprio quest'ultimo presenta i maggiori difetti per il suo essere furbetto, inverosimile e confusionario, rovinando in parte l'apprezzamento per l'aspetto narrativo. Questo è uno dei casi in cui non sempre complicarsi la vita porta a grandi risultati. Strano. (7/10)
5150, RUE DES ORMES (Canada 2009) di Eric Tessier
Pagellino parte terza: I film dignitosi
Un felice connubio tra Frailty e Mum & Dad in cui un ragazzo appena trasferitosi in una cittadina viene per caso rapito da una famiglia "particolare" il cui leader è convinto di avere una missione assegnatagli da Dio. Rue des Ormes appassiona e non fa pesare affatto la sua natura derivativa, perchè non si basa su un botta e risposta tra torture ma sposta la lotta per la sopravvivenza su un piano molto più sottile e psicologico, una risoluzione rischiosa ma ben riuscita che ha fatto spiccare il salto di qualità ad un film dalle premesse altrimenti poco interessanti. Il cuore pulsante di quest'opera è la famiglia che conta personalità molto diverse le une dalle altre, tutte notevolmente espressive e profonde, merito di un lodevole lavoro in fase di sceneggiatura.Per rendere ancora più stimolante la storia, il regista poi ha ben pensato di inserire alcune inquietanti incursioni oniriche, così da superare i confini insiti nel genere thriller. Profondo e psicologico. (7,5/10)
BLOODY BIRTHDAY (USA 1981) di Ed Hunt
Pagellino parte terza: I film dignitosi
Tre bambini sono accomunati dal fatto di essere nati tutti lo stesso momento e durante un'eclissi lunare. Rispetto ai loro coetanei vi è solo una differenza: il loro gioco preferito è infatti l'omicidio.Forse Bloody Birthday è il film sui bambini malvagi che tutti vorrebbero vedere, anche quelli che non sono disposti ad ammetterlo apertamente. Il cult di Hunt non manca di nulla: è violento senza compromessi, non concede attimi di respiro tra una sequenza e l'altra e va così dritto al punto che viene da rimpiangere un simile approccio rispetto a quelli più lenti odierni. I piccoli demoni sono meschini e uno più bastardo dell'altro e non si fanno alcun scrupolo quando decidono di eliminare le persone circostanti.Questo eccesso di violenza potrebbe sembrare ridicolo per alcuni, ma il regista riesce lo stesso a gestire per bene i contenuti evitando che lo spettatore cadi in qualche riflessione compromettente e poco pertinente al film. Bastardo. (7,5/10)
Poi la mente di questo diabolico trio ha una faccia così da schiaffi che uno non sta nella pelle nel vederlo subito perire:
Pagellino parte terza: I film dignitosi

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