Paghiamo allora questo abbonamento per mantenerli in salute e in sentimento……ovvero…Viva la RAI ma anche no!

Creato il 03 giugno 2014 da Cineclan @cineclan1

Sarà che in questi giorni ho la vena polemica particolarmente pronunciata, ma leggere dello sciopero della RAI, fissato per l’11 giugno contro la richiesta del Governo di un contributo al risanamento del Paese pari a 150 milioni di euro, mi ha letteralmente fatto salire il nervoso, soprattutto a fronte di uno spot (l’ennesimo!) sul canone che gira da un po’ in tv.
Infatti la RAI ha ben pensato di creare uno spot sul canone (non le bastavano quelli da 120 mila euro!) con dati comparativi europei… Altrimenti detto “come darsi la zappa sui piedi da soli” in 30″!

Sì, perché tutto può fare la RAI (al peggio non c’è mai fine!) meno che “compararsi” con la BBC! E’ come mettere di fronte i dilettanti con i professionisti, i Ragazzi Italiani con i Beatles! Cioè, ma di che stiamo parlando?! Qual è stato il genio creativo che ha ideato quello spot? Ma soprattutto il dirigente ultramilionario che ha dato l’ok?! No, perché se il loro intento era quello di “scuotere” le coscienze del pubblico giovane o meglio dei giovani contribuenti, beh, hanno toppato alla grande!
E sapete perché? Perché la mia generazione pagherebbe anche 50 euro in più di canone annuo se contribuissero a creare Doctor Who, SherlockThe Musketeers (giusto per citare 3 serie tv BBC diversissime tra loro), ma dato che la RAI per la “modica” cifra di 113 euro e spicci annui ci propina una settimana di Sanremo, Miss Italia, Don Matteo e Un medico in famiglia, beh, no, grazie, preferisco spendermeli in gadget nerd! Considerando anche che la RAI ha un sistema contributivo misto ovvero trae profitto non solo dal canone ma anche dalla vendita di spazi pubblicitari, a differenza della BBC o della France Télévisions. Riuscite a immaginare un programma televisivo senza stacchi pubblicitari nei momenti meno opportuni? Sarebbe il Valhalla!

Non entriamo nel merito del canone in quanto tassa di proprietà di un apparecchio “atti o adattabili alla ricezione delle radioaudizioni”, come da Regio Decreto-Legge (e sottolineo “regio”, dato che ieri è stata la Festa della Repubblica!) n.246/1938, perché non siamo dei giuristi e sfioreremmo teorie distopiche alla Minority Report, ma analizziamo il fantastico claim, perché qui davvero ci sono grasse risate da farsi!

“Alcuni italiani ritengono che il canone sia un tassa ingiusta, ma piuttosto che darci facili risposte poniamoci le giuste domande! Quanto paghiamo? Quanto evadiamo? In quanti la guardano? Il Canone più basso, l’evasione più alta, gli ascolti migliori.”

- Il canone più basso: e ci mancherebbe altro, dato che gli spazi pubblicitari sono talmente cari da far invidia (proporzionalmente) a quelli del Super Bowl!

- L’evasione più alta: beh, se oltre il 50% di un campione di intervistati in merito ritiene che siano troppi, data la presenza della pubblicità, e soprattutto spesi male, data la qualità ai limiti dell’inesistenza dei prodotti, qualche domanda dovrebbero farsela i dirigenti RAI e non lo spettatore!

- Gli ascolti migliori (oltre il 40% dicono loro): considerando che l’età media della popolazione italiana è oltre i 40 anni, mi meraviglio che non siano più alti!

A parte la pubblicità ingannevole (perché questa E’ pubblicità ingannevole!), le ragioni dello sciopero sono assurde, dato che temono tagli alle sedi regionali che, oltre a essere delle Viale Mazzini in (neanche poi tanta) miniatura, non funzionano! Perché tu le chiami per invitarle ad eventi di rilevanza nazionale e internazionale e loro non solo non vengono, ma non si degnano neanche di avvisarti! Quindi perché un’azienda (e la RAI E’ un’azienda) solo perché pubblica non deve applicare principi di efficienza e qualità?

Quindi, Mamma Rai, anche se l’appellativo “Nonna” sarebbe più pertinente, prima di indire scioperi atti a difendere le poltrone (e gli stipendi stratosferici) e non il diritto al lavoro, fatti un bel esame di coscienza e rifletti!


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