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Pagiannunz: devastato l'approdo degli aironi

Da Eloisa @EloisaMassola
ABBIATEGRASSO - Il "Pagiannunz" è un'ampia striscia di terra di quasi 5 ettari, collocata all'ingresso della città e nei pressi di numerose strade e circonvallazioni molto trafficale, accanto alla vecchia zona industriale della Siltal.
A causa della sua ubicazione, si tratta di una porzione di territorio su cui ambiscono mettere le mani politici e costruttori, intenzionati a realizzare (proprio lì) l'ennesimo mostro di cemento: un nuovo centro commerciale.
Pagiannunz: devastato l'approdo degli aironi

Una scelta davvero scellerata, se si pensa che il "Pagiannunz" ("Parco Giardino dell'Annunziata", dal nome del Convento situato poco distante) è un'area verde di rigogliosa bellezza, rifugio di numerose specie di animali: aironi (che approdano nella zona paludosa formata dall'allargamento della roggia che attraversa il parco), cavalieri d'Italia, garzette, anatre; ma anche tritoni, ramarri, orbettini e biacchi. Un patrimonio prezioso, che rischia di essere massacrato nel nome del profitto e del cieco consumismo.
Il Comitato per la Difesa del Territorio Abbiatense (nato nel 2012) da molti mesi sta tentando di sensibilizzare l'opinione pubblica sul destino di quest'area verde incontaminata, attraverso presidi e banchetti informativi: sono state raccolte migliaia di firme e il "Pagiannunz" è stato addirittura candidato come "luogo del cuore" presso il FAI.

Pagiannunz: devastato l'approdo degli aironi

Una veduta del "Pagiannunz".

Purtroppo, la passione di ambientalisti, animalisti e gente comune deve fare i conti con l'ostinazione dei "signori del cemento", intenzionati ad aprire il loro cantiere e a distruggere ogni forma di vita e di biodiversità.
La devastazione del parco è iniziata giovedì 19 settembre. Così racconta Gilberto Rossi ("Gibo") sul suo blog:
La proprietà si presenta al Pagiannunz con ruspino, avvocato e guardaspalle.
Le intenzioni sono chiare: accelerare i tempi, arrivare in fretta al dunque, distruggere il più possibile nel minor tempo possibile.
Hanno cominciato a devastare partendo dall’area di maggior pregio naturalistico, il punto più bello, l’approdo degli aironi; hanno sradicato la vegetazione palmo a palmo; prosciugato definitivamente l'area umida scanalando il suolo con solchi di scolo.
Comitati, cittadini, associazioni ambientaliste, avendo immediatamente chiara la gravità della situazione, si sono mobilitati subito presidiando l’area, cercando di interrompere i lavori, chiedendo ripetutamente l’intervento delle istituzioni, dell’amministrazione, degli organi e delle forze preposte per sospendere al più presto quell’intervento devastante e fuor di regole.
È l’inizio di una storia di tempi dilatati, attese, disattenzioni sbalorditive.
Autorità preposte e istituzioni, Parco del Ticino e Provincia, non sono riuscite a trovare nell’arco di 24 ore un modo per intervenire e bloccare in tempo lo scempio.
Per 24 ore gli operai della proprietà hanno devastato, senza tregua, senza soste, senza mai fermarsi.
Un paio di operai al soldo della proprietà ha triturato suolo, piante, terra, animali, al buio, nella notte, senza tutele per loro, non in sicurezza.
Nella notte è stata interrotta per poche ore grazie all'intervento dei cittadini che hanno messo a repentaglio la propria incolumità. Ci sono stati momenti di forte tensione, fronteggiando gli energumeni al soldo della proprietà, che più volte si sono palesati in modo minaccioso.
(Dal blog Gibo nello spazio)

Pagiannunz: devastato l'approdo degli aironi

Un'altra veduta del "Pagiannunz"...


Pagiannunz: devastato l'approdo degli aironi

... ed ecco a che cosa ha portato il lavoro delle ruspe.

E' tutto un "abbattere e distruggere inutilmente" (cit.), contro cui ci si sente impotenti. Che fare, di fronte all'arroganza delle ruspe? E che strazio, vedere l'approdo degli aironi violentato in quella maniera: non c'è possibilità di dialogo, non c'è più amore.
Il Comitato, comunque, non demorde. Sul sito Parco Giardino dell'Annunziata ci tengono informati in tempo reale sul progredire dei lavori: è probabile che vengano bloccati, ma manca il nulla osta della Procura e, pertanto, le ruspe continuano a scavare, a ferire la terra.
L'ultima notizia è di oggi, alle 12.15: una ruspa si è ribaltata nell'area paludosa.
In attesa di ricevere buone notizie (per quanto il danno provocato sia ingente), confidiamo nei nuovi presidi e nella gente di buon cuore. Per dirla con "Gibo", «la devastazione non fermerà questa cittadinanza viva e attenta. Non colerà il cemento».

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