La risposta al terremoto? Paglia e legno! Un intero paese rifiuta il trasferimento delle case della Protezione Civile e ricostruisce il proprio paese con materiali locali: legno e paglia. E salva il proprio paese dall'abbandono e dalla rovina.
Dopo il sisma che ha colpito L’Aquila, il governo ha varato il piano C.A.S.E sul territorio comunale di L’Aquila e bando Moduli Abitativi Provvisori nei rimanenti comuni del cratere. Il bando C.A.S.E. prevede il trasferimento di tutti gli abitanti del comune dell’Aquila in quartieri di nuova costruzione localizzati in 20 aree individuate idonee dalla Protezione Civile.
A Pescomaggiore però non ci stanno. Nel paese vivono 45 persone, tutte anziane. Il paese, come tanti altri, sarebbe morto abbandonato. Ma i 45 cittadini di Pescomaggiore rifiutano gli aiuti governativi e si costruiscono autonomamente le case di legno e paglia. Il progetto si chiama Eva e sta per Eco Villaggio Autocostruito ed è il progetto di un complesso di sette case complete di impianto fotovoltaico e di fitodepurazione.
Con il motto "labor et probitas" ha avuto luogo l’inaugurazione delle case di paglia. Delle sette casette in cantiere solo una è realmente pronta e a breve ospiterà la sua famiglia, le altre sono in stati diversi di avanzamento lavori.
"Vogliamo ricostruire una Pescomaggiore sostenibile", ha spiegato Antonio Cacio del Misa, l’associazione che coordina i volontari e gli abitanti che collaborano al progetto. Le case sono composte da una semplice struttura portante in legno e da tamponature in balle di paglia, ma i tetti sono rivestiti di pannelli solari e sono dotati di un sistema per raccogliere l’acqua piovana.
Il progetto si chiama EVA, acronimo di Eco Villaggio Autocostruito, e si propone di costruire sette case su un terreno poco distante dal borgo originario, oggi abbandonato. Il terreno è stato donato da un compaesano che oggi vive all’estero. Il progetto Eva ha partecipato a Terra Futura, mostra-convegno delle buone pratiche di vita legate alla sostenibilità.
Il progetto ha un costo totale di 180mila euro e non ha ricevuto nessun contributo statale. Il governo ha persino rifiutato di rinunciare alle tasse. Finora con le donazioni sono stati raccolti 107mila euro. "Trentamila euro sono stati racimolati grazie al sito internet del progetto", afferma Paolo Faustini di Smarketing, un’azienda di consulenza che ha contribuito in forma volontaria alla progettazione del sito web.
Da luglio 2009, sono circa 150 i volontari provenienti da Italia, Austria, Polonia e Spagna che hanno lavorato alla ricostruzione del villaggio. Sono arrivate anche donazioni in forma di beni; sul sito si può trovare infatti una lista di materiali utili alla costruzione che indica sia la tipologia dei prodotti che le quantità necessarie.
Lo scorso ottobre, nel giorno del suo compleanno, Berlusconi ha consegnato le chiavi di 400 appartamenti, ma la maggior parte degli edifici è ancora in costruzione. Più di 5mila persone continuano a restare negli alberghi del litorale adriatico. A soffrire di più di questa situazione sono i bambini e gli anziani. La politica per la ricostruzione attuata dal governo è stata duramente criticata dagli abitanti, evacuati dalla loro città e trasferiti in new town in aree isolate. Le case di Pescomaggiore costano 600 euro a metro quadro, quando gli appartamenti previsti dal governo invece costano 2700 euro a metro quadro.
Il progetto Eva è stato sviluppato dal Beyond Architecture Group (Bag), specializzato in edifici ecosostenibili. Per otto mesi tre giovani architetti hanno vissuto a Pescomaggiore, cinque di loro in una tenda proprio come gli abitanti del luogo. "La paglia, in una situazione di emergenza, consente di costruire velocemente le case. Si può trovare in loco ed è quindi sostenibile. Permette l’approccio Do It Yourself, ossia l’autocostruzione, e assicura un eccellente isolamento: durante l’inverno in quest’area di montagna si possono raggiungere anche 15 gradi sottozero" spiega Paolo Robazza del Bag.