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Pai Mei era indiano (il personaggio p.2)

Creato il 20 ottobre 2015 da Sopravvivereinindia @svivereinindia

Il personaggio si sta rivelando, giorno per giorno, il guru che tanto aspettavo, il mio Pai Mei. Il mio amore senza limiti è anche dovuto al fatto che le nostre frequentazioni sono mediate da un’altra allieva, nonché mia amica e maestra di yoga, che ci rimette con i piedi per terra e contraddicendolo quando la spara troppo grande lo riporta, ai miei occhi, ad una dimensione umana. È solo grazie a questa mia amica se non ho abbandonato i miei sudici vestiti occidentali, non ho iniziato a camminare a piedi scalzi e a baciare i suoi di piedi quando cammina. Anyway, come ogni storia d’amore e devozione che si rispetti anch’io a volte ho dei momenti in cui prenderei il Pai Mei indiano e lo schiaffeggerei ripetutamente, ma non lo faccio per due motivi:

  1. se solo ci provassi mi strapperebbe un occhio come solo i veri Pai Mei sanno fare.
  2. Ogni volta che mi fa incazzare e penso che sia solo un vecchietto un po’ rimbambito, lui se ne esce con una perla di saggezza che mi fa vergognare di aver anche solo pensato a lui come ad un rimbambito.

Dovete sapere che il personaggio ha un suo personale modo di spiegare le cose che io definirei “criptico”, lui per dirti una stronzata fa il giro dell’America, si ferma, riflette, inizia a farti domande che sembrano poste a caso e moooolto lentamente ti accorgi che lui l’ha fatto perché alla risposta ci dovevi arrivare da sola. A volte scopro di esserci arrivata da sola dopo molto tempo e il mio amore per lui, in quel momento, esplode come i fiori in primavera.

Il personaggio Pai Mei credo mi voglia bene a modo suo, me lo dimostra dicendomi che diventerò una brava maestra, ma alterna questi momenti d’amore a momenti in cui mi ricorda quanto io sia disordinata (materialmente e spiritualmente) e quanto la mia amica, invece, sia precisa e perfetta. Il tono in cui esprime il suo rammarico, è lo stesso tono che usava mia madre quando mi rimproverava per il fatto che a scuola ero brava ma non mi applicavo.

Settimana scorsa Pai Mei mi ha chiesto di scegliere una posa difficile e una posa che non sapevo fare. Scelgo la posa difficile immediatamente, dicendogli, con la tipica spavalderia occidentale, che io la so fare ma non sono perfetta. Lui mi guarda, mi fissa, capisce quello che io non so e con tranquillità mi dice: “show me the pose”. Inizio a spiegargli come mi preparo per la posa, faccio la sapiente precisina, opop vado a testa in giù e con un sorriso lo guardo. Lui zitto, mi fa qualche domanda, mi interroga con la stessa faccia cupa che aveva la professoressa di francese alle medie e finisce l’interrogatorio con: “tu questa posa non la sai fare, la fai solo perché sei leggera, sei magra, ma in realtà non la sai fare”. Praticamente muoio dentro, e non mi permetto di dire niente, ma sono sicura che lui ha visto nei miei occhi un briciolo di presunzione italica. In quel momento mi guarda fisso e mi dice: “se sai farla allora prova a farla al rallentatore.” Naturalmente non ci riesco, naturalmente lui sorride e non dice niente.

Questa mattina vado al parco, lui si fa attendere perché io sono l’allieva e lui è il mio guru, arriva e in contemporanea arriva un simpatico vecchietto che mi dice”you are the best student and you will became a great teacher”. Mi gonfio d’orgoglio come un pavone, guardo Pai Mei che mi sorride come a dire “povera scema”.

Iniziamo a fare la posa che non conosco e io mi incazzo perché il personaggio spiega a rallentatore, sembra non capire ciò che gli dico, mi fa buttare in mezzo alla polvere e agli insetti. Ad un certo punto, dopo bestemmie silenziose e vari “Pai Mei di sto cazzo, questo non capisce una madonna”, la posa mi riesce. Lui sorride e dice: “vedi?” io gli chiedo il mio perdono, ma lui ha di meglio a cui pensare.

Finiamo l’allenamento e mi porta a mangiare in una baracca nuova, inizia a trafficare con affari tecnologici perché lui la tecnologia la conosce, ma benissimo. Perdiamo tempo, mi incazzo perché non capisco cosa vuole fare, partiamo per raggiungere la scuola ed io, sicura che saremmo arrivati in ritardo, gli tengo il muso. In rickshaw si mette a dormire e quando si sveglia mi spiega che lui vuole insegnarmi le cose come i veri maestri Hata yoga, un po’ alla volta, con un vero rapporto maestro-allievo. Piano piano, vuole insegnarmi tutto, anche le tecniche di pulizia del corpo. In quel momento gli perdono tutto, come sempre, perché lui sa che io so che lui è il vero Pai Mei e, anche se a volte ci odiamo, alla fine del corso mi insegnerà la tecnica dell’esplosione del cuore con cinque colpi delle dita. Devo solo continuare a ricordarmi che dietro al suo modo strano e indiano c’è una logica e, soprattutto, non devo mai dubitare di lui, anche perché non sia mai che mi strappa gli occhi!

Il nuovo

Il nuovo “ristorante” scelto dal personaggio Pai Mei.


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