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Palazzo Boyl e i Camaldolesi a Bonarcado

Creato il 13 ottobre 2013 da Paolomattia

Ci imbattiamo nei monaci camaldolesi visitando a Milis  il palazzo Boyl. Le poche notizie su di essa, ci portano a scoprire che l'origine di questa villa risale presumibilmente al XII - XIII secolo e fu sede della comunità camaldolese di Bonarcado che vi impiantò i primi frutteti sfruttando il fertile terreno ricco di acque sorgive.

In quel lontano periodo in questo fabbricato vi era probabilmente una semplice cappella e forse dei locali di ricovero e solo successivamente, ma bisogna arrivare alla fine del settecento per avere notizie certe, il fabbricato, che nel frattempo aveva subito diverse trasformazioni divenne proprietà della famiglia Vacca, di cui una discendente sposò il marchese Vittorio Pilo Boyl di Putifigari. Questi, ingegnere militare, in collaborazione con il fratello Carlo, realizzò gli attuali rimodernamenti e ampliamenti della villa. 

Palazzo Boyl e i Camaldolesi a Bonarcado

Palazzo Boyl (facciata)


Palazzo Boyl e i Camaldolesi a Bonarcado

mostra di costumi di Milis all'interno del palazzo particolare


 CHI SONO I CAMALDOLESI? 

 La Congregazione dei monaci eremiti Camaldolesi  nasce nell’XI secolo, riproponendo gli ideali di severità della Regola originale di san Benedetto. La Regola di san Benedetto, è il primo e più importante codice per i monaci; unitamente a questo vi sono le Consuetudini, contenenti l'interpretazione pratica della Regola, la cui prima stesura si fa risalire a san Rodolfo I (1080-85). Tutti gli eremi e i monasteri, sia che siano indipendenti sia che siano uniti in un’unica comunità, dipendono dalla casa—madre, il Sacro Eremo di Camaldoli.

Palazzo Boyl e i Camaldolesi a Bonarcado

Veduta dell'eremo di Camaldoli


Palazzo Boyl e i Camaldolesi a Bonarcado

Veduta dell'eremo di Camaldoli ( ingresso)


Palazzo Boyl e i Camaldolesi a Bonarcado

Il chiosro giardino dell'eremo 


I’espansione dei monaci camaldolesi inizia alla fine dell’XI secolo, in Toscana, Marche e Romagna. Successivamente verranno eretti monasteri ed eremi anche nella parte settentrionale della penisola, cosi come in Sardegna e in Corsica. Chiese, ruderi e testimonianze  del passaggio e dell’insediamento dei Camaldolesi in Sardegna  si trovano in tutto il territorio dell'isola. ad esempio il monastero di San Nicola di Trullas in agro di Semestene, San Saturnino di Usolvisi in agro di Bultei, San Giorgio di Aneletto in agro di Anela, San Pietro di Oddini in agro di Orotelli). Tra il 1105 e il 1112 i Camaldolesi si stanziarono in Sardegna inizialmente nel regno di Torres, poi nel regno d’Arborea. Fin dalla prima metà del XII si diffusero anche all'interno e al sud dell’isola, ad esempio l’abbazia di Nostra Signora di Bonarcado . Grande peso nella decisione dei Camaldolesi di stanziarsi in Sardegna ebbe la munificenza di Costantino I, sovrano di Torres. L’abbazia di Saccargia sorse non molto lontana dalla residenza dei monarchi turritani, situata ad Ardara. Questo monastero , nel corso del X11 secolo divenne il più importante in Sardegna.

Palazzo Boyl e i Camaldolesi a Bonarcado

La chiesa Nostra Signora di Bonarcado


Palazzo Boyl e i Camaldolesi a Bonarcado

Madonna col bambino all'interno della abbazia (particcolare)




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