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Palazzo delle Esposizioni: tre mostre da vedere

Creato il 16 novembre 2015 da Dfalcicchio

palazzo delle esposizioni

Roma

Un’apertura di stagione imponente per il Palazzo delle Esposizioni. Un tris di mostre che rimangono a lungo on stage e che, con un unico biglietto d’ingresso, permettono di trascorrere una mezza giornata all’insegna dell’arte mondiale.

La più importante e d’impatto è Impressionisti e moderni, curata da Susan Behrends Frank, una sessantina di opere provenienti dalla Phillips Collection di Washington, la prima con sede negli USA e dedicata all’arte moderna. La mostra si presenta in ordine cronologico e permette di ammirare alcuni tra i più emozionanti capolavori del XIX e XX secolo.

Dal punto di vista critico c’è ben poco da dire: le opere sono memorabili, ben esposte e rappresentano una scelta perfetta per ricordare e continuare ad ammirare la pittura europea e americana del periodo. In altre parole, il massimo a cui si può aver accesso. Tra gli artisti si spazia da Manet a Courbet, Goya, Cézanne, Van Gogh, Degas, Modigliani, Kandinskj, Matisse, fino a Picasso, Dove, Pollock.

Una seconda mostra importante è Una dolce vita? – Dal Liberty al design italiano, con la collaborazione del Musée d’Orsay di Parigi. Alle arti decorative si affiancano le arti plastiche con oggetti, angoli di arredamento, idee e realizzazioni di design che circondano il visitatore in un immaginario scenario dei primi anni del Novecento. Si va dal Liberty al Futurismo, con firme di eccellenza come Ernesto Basile, Carlo Bugatti, De Chirico, Savinio, Balla, Depero e altri. Anche in questo caso una mostra degna di una visita attenta, molto efficace dal punto di vista della comunicazione e delle emozioni.

Infine, ma non meno coinvolgente Russia on the road, arte dal 1920 al 1990 che, tramite un approccio tematico, ci fa scoprire una sessantina di opere che costituiscono una summa dell’arte (spesso poco conosciuta in Italia) di quel Paese.

Tre mostre, tre occasioni di avvicinarsi in maniera preziosa all’arte del mondo.

Mauro Pecchenino


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