Associazioni ambientaliste e animalisti sembrano non avere dubbi: secondo loro, le pale eoliche sono una minaccia per la fauna che circonda gli impianti, sia che si tratti di volatili che di animali marini (nel caso dell’eolico off-shore). Accuse che, molto spesso, vengono condivise anche da chi risiede in prossimità degli impianti.
Ma forse le cose non stanno esattamente così, almeno a giudicare da una recente analisi del problema realizzata dal Centre of Sustainable Energy di Bristol (UK). Secondo il Centro esistono non meno di 11 ipotesi per quanto riguarda le cause che contribuiscono alla morte dei pipistrelli, e “chiaramente, è ancora necessario un grande sforzo di ricerca.”.
Per quanto riguarda le morti degli uccelli, il Centro afferma che le turbine eoliche sono causa di una frazione insignificante del numero totale di decessi di uccelli causati da oggetti artificiali o attività umana, come strutture edilizie, linee di trasmissione elettrica, e mantenere un gatto domestico.
Fornendo un dato numerico, per ogni uccello ucciso da una turbina, 5820, in media, vengono uccisi dall’impatto con le vetrate trasparenti degli edifici.
Dalla terra al mare, per quanto riguarda l’eolico off-shore, studi condotti in nord Europa dal dipartimento di zoologia dell’università di Stoccolma nel corso del 2010 hanno dimostrato come la presenza delle centrali costituisca addirittura un elemento positivo per la biodiversità: i piloni delle turbine offrono infatti asilo a vari organismi marini, e garantiscono la protezione del fondale offerta nei confronti della pesca a strascico.
Risultati che dimostrano come il rapporto tra gli impianti rinnovabili e la biodiversità sia un oggetto di studio ancora da approfondire, senza preconcetti.
[foto da geograficamente.com]