venerdì 18 maggio 2012 di Rosita Baiamonte
È di oggi (16 maggio) la notizia che il New York Times ha eletto Agrigento e la sua valle dei templi come “culla della storia”. Questo ci fa piacere e ci onora, eppure, noi siciliani sappiamo bene che la zona che circonda la Valle dei templi è tutt’altro che storica e preservata. Difatti, sono anni che l’abusivismo edilizio la fa da padrona e forse il Nyt o comunque la stampa estera in genere tendono a esaltare le bellezze del nostro Paese in maniera esagerata. Questo attira sì i turisti e ci fa apparire ancora il belpaese di una volta, ma quando i turisti arrivano e osservano la zona circostante la valle, piena di case a ridosso del parco archeologico, rimangono sconcertati e allora si crea questa sorta di visione parallela del nostro Paese: per chi non c’è mai stato, l’Italia è la culla del Rinascimento, la patria degli strimpellatori di mandolino, dei mangiatori di spaghetti, di quelli che girano solo in vespa e che fanno all’amore come nessuno al mondo.
Ma chi invece viene nel nostro Paese ben presto si rende conto di quanto questi siano solo miti creati dal cinema.
Devo essere sincera: provo sempre un po’ di vergogna nel vedere i poveri turisti che visitano la nostra città, mi sembra quasi di defraudarli del loro tempo e delle loro energie, mi verrebbe voglia di dirgli: “Ehi, ma che vi dice il cervello? andatevene via!”, soprattutto quando li vedo arrabbattarsi fra semafori non rispettati, strisce pedonali simili a opere d’arte, belle da guardare ma inutili, agli scippi, ai furbetti che vogliono fotterli in tutti i modi, e lì mi sale la rabbia, perchè Palermo dovrebbe vivere di turismo, invece quei poveri cristi vengono il più delle volte bistrattati; ma poi “cuinnutu ru riavulu”, uno che parla inglese non c’è! Deve essere un bel po’ frustrante ritrovarsi a chiedere le informazioni a gente che a malapena sa la propria lingua madre.
Ok, posso sembrare eccessiva e, ovviamente, non tutti i palermitani sono “inospitali” coi turisti che Palermo, ma purtroppo è così, non si rispetta quello che invece dovrebbe essere per noi una grande fonte di ricchezza e ci metto dentro anche le istituzioni: abbiamo un numero spropositato di palazzi bellissimi, musei e monumenti, ma la maggior parte di essi sono chiusi (vedi i musei) o comunque, al loro interno non si offre un servizio ottimale e funzionale, in pratica, ‘sti palazzi sono pieni di uscieri “sfacennati”, che a parte osservare l’aria e guardare il passìo, fanno poco altro e, se gli chiedi informazioni fanno spallucce, insomma, un vero disastro.
Eppure, so per certo che Palermo è considerata una città bellissima, piena di fascino e di storia, ma la nota stonata rischia di rovinare l’intera melodia: Palermo è sporca, i mezzi non funzionano, la gente è un po’ scortese (e non dite di no, noi palermitani siamo aggressivi e poco ospitali e sappiamo solo lamentarci) e forse non ci tornerebbero più.
Ricordate quella campagna promossa dal nostro caro sindaco Cammarata? “Palermo, la città più cool d’Italia”, sì, sì, proprio quella che ci costò un bel milioncino di euro.
Ai tempi, ricordo che alcuni palermitani si sentirono quasi fieri di quella scritta, anche se in realtà nascondeva solo una gran presa per il sedere.
Palermo non è cool e forse neanche aspira ad esserlo, la verità è questa.
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