Il derby di domenica scorsa è stata una semplice partita di calcio. Finalmente. Dopo la tragedia del 2 febbraio 2007, i tifosi del Palermo e del Catania hanno partecipato insieme allo stesso spettacolo, sostenendo la propria squadra, “gioiendo” e “soffrendo“, beccandosi reciprocamante coi classici e finanche divertenti “sfottò”.
I due presidenti, Zamparini e Pulvirenti, sono stati i primi a volere lanciare un messaggio nuovo, essendo entrati, l’uno accanto all’atro, sul campo del Barbera a pochi minuti dal fischio d’inizio. Hanno salutato la gente, tutta. Ed hanno ricevuto applausi, da tutti.
Il friuliano, innamorato dei palermitani, li ha elogiati, sottolineandone la civiltà. E il catanese ha detto: "Oggi ha vinto la Sicilia, perché finalmente c’è stato un derby vero con tutte e due le sponde del tifo regionale”.
I sostenitori rossazzurri, tra l’altro, non erano “rinchiusi nella gabbia”. Si trovavano nella parte superiore della curva Sud, a pochi passi dai palermitani. Un altro bel messaggio, pieno di significato.
E poi c’è stata la partita, bellissima. Giocata a viso aperto da entrambe le squadre, buon ritmo, giocate fantasiose, occasioni da goal da una parte e dall’altra. Tanto agonismo e tanta correttezza.
Tutto l’opposto di quanto avvenuto a San Siro. Milan e Inter, infatti, se ne sono date di santa ragione e il livello del gioco è stato scadente. Segno che effetto degli affari non è lo spettacolo.
Ci vuole cuore e al Renzo Barbera ce n’era tanto. Forza Palermo. Forza Catania.
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