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Palermo: duro colpo alla cosca di Carini

Creato il 15 novembre 2011 da Yellowflate @yellowflate

Palermo: duro colpo alla cosca di CariniPalermo, gli uomini dell’Arma hanno condotto una delle maggiori operazioni del 2011, infatti hanno eseguito ben  21 ordinanze di custodia cautelare contro la cosca di Carini, a un passo da una nuova guerra di mafia, come si legge in una nota stampa che recita anche: ”Oltre 400 carabinieri del Comando Provinciale di Palermo hanno condotto nella notte un’articolata operazione finalizzata alla cattura di 21 soggetti colpiti da ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Palermo su richiesta di un pool di magistrati della Direzione Distrettuale guidati dal Procuratore Aggiunto Antonio Ingroia”. ”I reati contestati vanno dall’associazione a delinquere di tipo mafioso, al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, all’estorsione, al danneggiamento”. Le 21 ordinanze sono state eseguite nei confronti di capi e gregari, o presunti tali, affiliati alla cosca di Carini che come è noto gestisce il territorio circoscritto a Carini stesso, comune sito nell’hinterland palermitano. Dopo l’arresto di Salvatore lo Piccolo e di Gaspare Pulizzi nell’area sembra vi fosse una sorta di squilibrio che probabilmente poteva sfociare in guerra di mafia. In una nota riportata dall’agenzia Reuters si legge: ”Per oltre un anno i carabinieri hanno monitorato gli uomini d’onore e i loro gregari, registrando in tempo reale le decisioni del reggente della famiglia mafiosa: Calogero Passalacqua… che, ristretto agli arresti domiciliari, muoveva le fila della consorteria”, i cui interessi erano “il controllo diretto delle aziende attive nelle opere di movimento terra, l’imposizione di operai presso le ditte nonché il traffico di stupefacenti”.

Passalacqua, 80 anni, “replicando i modelli più radicati della cultura mafiosa, oltre a controllare gli interessi illeciti della famiglia, dirimeva controversie, elargiva raccomandazioni, rendendosi disponibile ad ascoltare tutti coloro che lo richiedevano”.

“Durante l’indagine… i carabinieri hanno registrato il conflitto con una famiglia mafiosa avversaria, accertando le responsabilità di una serie di attentati intimidatori e ponendo fine ad una contrapposizione che rischiava di avviare una nuova guerra di mafia nel Palermitano”, conclude la nota.


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